Obama-Netanyahu, vertice teso

rassegnaTensione al vertice tra Obama e Netanyahu. Molte infatti le problematiche emerse e vano è risultato il tentativo del presidente statunitense di far accettare la bozza per il rilancio del negoziato preparata dal suo segretario di Stato Kerry e con al centro alcuni punti fissi che non sono stati graditi dal premier israeliano. “La sicurezza viene prima di tutto”, ha affermato Netanyahu (La Stampa, tra gli altri). Sempre sulla Stampa, il corrispondente Maurizio Molinari è andato tra i giovani palestinesi e con loro ha parlato del futuro geopolitico della regione.

La drammatica situazione ucraina è sulle prime pagine di tutti i giornali. Il Foglio si sofferma, tra gli altri, sulla figura del nuovo premier Arseniy Yatsenyuk. Avvocato ed economista, Yatsenyuk è di origine ebraica. “Quando nel 2010 si candidò presidente – scrive Paola Paduzzi – dovette subire un attacco spietato da parte di un rivale che lo aveva definito ‘un ebreo sfrontato’ che serve ‘gli interessi dei ladri che dominano l’Ucraina’. Questo ebreo sfrontato sarebbe stato acclamato da una piazza fascista e antisemita? Abbiamo qualche dubbio”. Tornato a piazza Maidan, l’intellettuale francese Bernard Henry Levy si è nuovamente schierato al fianco dei manifestanti che hanno portato alla caduta di Yanukovich. Il filosofo ha invitato l’opinione pubblica internazionale a non credere alle mistificazioni e a non avere paura. Il suo intervento è oggi tradotto integralmente dal Corriere della sera.

“Leggi spaventose, messe a punto contro i rom, contro gli ebrei e i gay. Leggi contro la libertà di stampa. E spaventoso pensare quello che è diventata la mia Ungheria”. Lo ha affermato, in un’intervista al Corriere, il pianista e direttore d’orchestra di origine ungherese András Schiff. “Mai avrei immaginato — ha confessato, con grande amarezza — che il mio Paese, terra antica di civiltà e tolleranza, si trasformasse in uno dei più xenofobi e razzisti d’Europa. Prima il partito Jobbik a seminare retorica ultranazionalista, poi le leggi autoritarie del governo Orbán. No, questa Ungheria non è più la mia patria. Non voglio più metterci piede”. Le Monde intanto, con una breve, segnala la diminuzione di episodi di antisemitismo in Francia.

In prossimità della Giornata Europea dei Giusti Avvenire anticipa la piantumazione di un albero per Don Giovanni Barbareschi, sacerdote che contribuì a salvare numerosi perseguitati in fuga dal nazifascismo, in programma giovedì a Milano sulla collina del Monte Stella. Monsignor Barbareschi, si legge sul quotidiano della Cei che lo intervista, “è tra gli ultimi padri nobili viventi della Resistenza italiana (di cui è medaglia d’argento)”.

Repubblica infine, nel suo dorso romano, racconta la Roma di Paolo Sorrentino all’indomani dell’Oscar conquistato con La grande bellezza. Tra i luoghi preferiti del regista il quartiere ebraico e immancabile, in ogni suo passaggio nel quartiere, è una sosta allo storico forno kosher Boccione.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(4 marzo 2014)