Qui Roma – L’insegnamento dei Giusti
“La Giornata dei Giusti vuole essere la giornata per la prevenzione dei genocidi”. L’esempio di chi nel mondo, con gesti di eroismo quotidiano, ha salvato e aiutato le vittime di genocidi e totalitarismi come messaggio positivo per le giovani generazione e argine per violenze future. Per Gabriele Nissim, presidente della onlus Gariwo, la Foresta dei Giusti, l’istituzione il 6 marzo da parte del Parlamento Europeo della Giornata in memoria dei Giusti dell’umanità ha un valore attivo nella costruzione di una coscienza civile tra i diversi popoli. L’occasione per ribadire il significato della Giornata è stato il convegno tenutosi ieri nella sala del Mappamondo di Palazzo Montecitorio, organizzato da Gariwo in collaborazione con il gruppo parlamentare per l’Italia. Una tavola rotonda, aperta dai saluti del senatore Giorgio Albertini, del deputato Emanuele Fiano, di Mario Giro, sottosegretario agli Affari Esteri e del vicepresidente della Camera Marina Sereni, in cui è intervenuta tra gli altri del consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e storica del Centro di documentazione ebraica di Milano Liliana Picciotto. Nell’arco dell’incontro Milena Santerini, deputata dei Popolari per l’Italia, ha sottolineato come sia stata recentemente presentata alla Camera una proposta di legge per l’istituzione anche in Italia di una Giornata dei Giusti. Molte le personalità del mondo ebraico e non presenti in sala, tra cui il vicepresidente dell’UCEI Roberto Jarach.
A livello europeo, l’approvazione della legge è stato, ha sottolineato Nissim, “un successo internazionale dell’Italia che se ne è fatta promotrice nell’assise europea e che deve portare fino in fondo questo impegno assicurando che venga istituita anche nel nostro Paese”. La memoria del Bene come antidoto contro l’indifferenza, atteggiamento diffuso nel passato ma che continua ad avere adepti nel presente. E i giusti, con il loro agire, costituiscono l’esempio di un comportamento diverso e sempre, anche nelle situazioni più tragiche, possibile. Non sono “oppositori politici né attivisti per i diritti umani, ma persone che lì dove si trovano a vivere e operare, scelgono di assumersi una responsabilità nei confronti di altre persone”, ha ricordato Nissim. Uomini e donne responsabili a cui Milano, ad esempio, a dedicato il Giardino dei Giusti, come ha sottolineato nel suo intervento Emanuele Fiano, tra coloro che promossero il progetto milanese di Gariwo. “Dice il Talmud, chi salva una vita, salva il mondo”, ha affermato Fiano, sottolineando come la libertà di arbitrio nelle mani dell’uomo gli permettere di compiere delle scelte, di decidere tra Bene e Male. Salvaguardare la Memoria della Shoah, secondo Fiano, del genocidio paradigma dei genocidi per la sua tragica estensione e sistematicità, è una responsabilità necessaria, a maggior ragione di fronte a un futuro che vedrà presto la scomparsa dei testimoni. A fianco di questo imprescindibile compito, secondo il deputato così come gli altri relatori, deve essere salvaguardata anche la Memoria del Bene. Di quello che la storica Liliana Picciotto definisce “un eroismo quotidiano, un reticolo di generosità”, dettati da gesti apparentemente semplici ma che concatenati hanno portato alla salvezza di centinaia di uomini, donne e bambini. Ricordando un progetto portato avanti in questi mesi dal Cdec in cui sono state intervistate famiglie ebraiche salvatesi durante la Shoah perché rimaste nella clandestinità, la storica ha riportato alcuni esempi di aiuto dato dalle persone ai concittadini ebrei. Come il caso di Magenta, città in cui gli impiegati di un’azienda aiutarono a salvarsi i propri datori di lavoro, nascondendoli dentro l’azienda stessa. All’interno della struttura era stata eretta una paratia di legno che costituì per sei mesi il rifugio della famiglia, a cui gli impiegati portarono cibo, libri, vestiti.
Daniel Reichel
(4 marzo 2014)