Ucraina – La missione di John Kerry
Kiev unita per la libertà
“Certe azioni possono essere state compiute da russi travestiti da nazionalisti ucraini. Come fecero i nazisti quando avevano deciso di invadere l’Austria e inscenarono delle preoccupazioni per giustificarlo”. Ha parole dure nei confronti di quanto sta succedendo in Ucraina rav Yaakov Dov Bleich, una delle più importanti figure dell’ebraismo nel paese, che respinge con forza le accuse di antisemitismo mosse contro il movimento filoeuropeo di piazza Maidan e punta il dito contro la Russia. Rav Bleich, che è pure membro dello Congresso ebraico europeo e mondiale, è stato tra i leader ucraini che hanno incontrato e accompagnato il segretario di Stato americano John Kerry nella sua visita a Kiev (nell’immagine l’omaggio alle vittime di Piazza Maidan).
Parlando in conferenza stampa all’ufficio della United Jewish Communities of Eastern Europe a New York, Bleich ha inoltre sollecitato l’aiuto degli Stati Uniti sottolineando come sia stata la Russia, nel proprio interesse, a ingigantire il ruolo dell’estrema destra nelle proteste e ipotizzando responsabilità russe anche per gli episodi di violenza antisemita delle ultime settimane (almeno due attacchi contro ebrei e la facciata di una sinagoga vandalizzata).
Nella comunità ebraica ucraina comunque rimane preoccupazione e si evidenzia una certa spaccatura tra i sostenitori di Maidan e del nuovo corso europeista e chi invece vede nella presenza russa un baluardo in particolare contro i nazionalisti locali, un sentimento molto diffuso tra i circa 10mila ebrei della penisola di Crimea occupata dalle forze di Putin.
Rav Bleich ha invocato il ritiro della Russia. Intanto la comunità internazionale è al lavoro per cercare di favorire una soluzione della crisi. A Kiev Kerry ha promesso prestiti e assistenza tecnica.