Qui Roma – Lieberman incontra Kerry

liebermanRoma crocevia di questioni internazionali. Dalla situazione libica, alla tensione in Ucraina fino ai negoziati di pace tra israeliani e palestinesi, dietro all’odierna conferenza sulla Libia nella Capitale si celano diversi intrecci della politica mondiale. Presenti 35 rappresentati di governo di altrettanti paesi, tra cui il segretario di Stato Usa John Kerry, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman. Secondo quanto riportano i giornali, i tre si incontreranno oggi per discutere la situazione delle trattative di pace israelo-palestinese. Lasciando Tel Aviv per l’Italia, Lieberman ha puntato il dito contro la controparte palestinese, accusata dal ministro di voler minare i negoziati ma sottolineando, intervistato dalla radio israeliana, “l’importanza di continuare a parlare e tenere sotto controllo il conflitto, anche se non si riuscirà a risolverlo”. La visita romana sarà l’occasione per Lieberman di conoscere il suo nuovo corrispettivo italiano, Federica Mogherini, che ha aperto questa mattina la conferenza legata alla Libia, paese su cui si sono spenti i riflettori ma ancora lontana da una stabilità. Lo sguardo internazionale è al momento puntato verso l’Ucraina e le mosse del presidente russo Vladimir Putin, giunto allo scontro con Stati Uniti e Europa dopo l’ingresso dei militari russi in Crimea. Delicato sarà il confronto previsto tra Kerry e Lavrov mentre sulla questione Lieberman, nato nell’Ex Unione Sovietica, non è voluto intervenire, augurandosi una risoluzione pacifica e per via diplomatica della situazione. “Non interveniamo in ogni conflitto, in particolare se nessuno ci chiede consiglio in merito. Iran, i palestinesi, la Siria, Hezbollah, queste sono le nostre priorità”, ha affermato il ministro degli Esteri israeliano. Secondo Haaretz, la mancata presa di posizione israeliana non piace all’amministrazione americana che vorrebbe una condanna dell’alleato mediorientale rispetto alle decisioni di Putin. Intanto il Ministero degli Esteri deve affrontare una piccola crisi interna, con lo sciopero indetto dai dipendenti dell’ente a causa del mancato accordo di lavoro con il Ministro delle Finanze. Dal 4 marzo “i diplomatici israeliani non avranno più contatti con rappresentanti stranieri, non cureranno le visite ufficiali in Israele e all’estero né le questioni riguardanti permessi di soggiorno o qualsiasi servizio consolare”.

Daniel Reichel

(6 marzo 2014)