Nugae – La signora in grigio
Vagheggiare sulla vita è un’attività tipica da domenica mattina sonnolenta, da praticare con un plaid sulle gambe per rassicurare l’animo sottoposto a inquietudine e un computer davanti agli occhi per poter convalidare su Google qualunque brillante idea. Attualmente il futuro è in lotta con se stesso e appare sospeso fra la vittoria di un premio Nobel per la letteratura, ottenuto passando la vita in biblioteche polverose a studiare qualche autore latino di cui l’universo ignora l’esistenza e a scrivere poesie, e quella di un premio Pulitzer, ottenuto passando giornate affaccendate nella redazione affollata di qualche giornale a svelare notizie che salveranno l’universo e a scrivere editoriali. Nella fattispecie al New York Times, che per quanto abbia i suoi difettucci e ogni tanto si guadagni sguardi torvi, resta comunque nell’immaginario provinciale di una giovane promessa della grafomania un luogo incantato di onniscienza e tailleur da donna in carriera. La Old Grey Lady è più chic e autorevole, ma forse per la comunanza di soprannome somiglia alla signora Fletcher, rassicurante e all’occorrenza anche vestita di lustrini, ma implacabile quando la verità deve venire a galla. Lei sa tutto e lo sa prima di tutti, e se è evidente che nulla che non abbia una pagina su Wikipedia può essere realmente esistente, nulla che non sia oggetto di un articolo sul New York Times può essere vero. Con precisione maniacale errata corrige spuntano come fiorellini, persino quando si tratta errori di battitura commessi 160 anni fa in un articolo sulla storia di Solomon Northup, raccontata nel film premio Oscar “12 anni schiavo” e che quindi adesso riappare come splendido pezzo vintage. D’altra parte la signora in grigio sta sempre a dare spiegazioni su qualcosa, in un turbine di metagiornalismo apologetico. Per esempio ultimamente nei commenti a un blog su pancioni e pargoli la si accusa di dare troppo spazio alle esperienze di mamme ebree, polemica poi estesa a tutte le sezioni del giornale. Il popolo del libro conquista anche i quotidiani, così piccolo ma così chiacchierone. La risposta è stata semplicemente che non c’è nessun favoritismo a discapito di altre minoranze anche più cospicue, semplicemente questo passa in redazione. Lei non si scompone mai, un bell’invito a tutti a far sentire la propria voce e via. E così alla fine, come in ogni puntata della Signora in giallo, tutto si conclude con una risata liberatoria. La verità è ormai chiarita. Il futuro invece no, ma per quello ci sono ancora molte domeniche.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF
(9 marzo 2014)