Ucraina – Putin e la sfida all’Occidente

Piazza MaidanNella crisi ucraina, la voce di Vladimir Putin si è concentrata molto su un punto: secondo il presidente russo il neogoverno di Kiev è in mano ai fascisti. Più volte Putin e le autorità russe hanno dipinto piazza Maidan come un esercito sovversivo e pericoloso, guidato da l’ultradestra nazionalista e antisemita. E la presenza di partiti come Svoboda (Libertà) nel movimento che ha cacciato l’ex premier Viktor Yanukovic sembra confermare questa tesi.“Volete veramente stare dalla parte sbagliata? Con i fascisti?”, sembra dire a più riprese il presidente russo, rivolgendosi all’Europa e al rivale americano Barack Obama. “Questo è più che un piano cinico”, scrive sul New York Times Amelia Glaser, docente di letteratura russa e autrice di un libro sul mondo ebraico ucraino e russo. Per la Glaser i russi stanno alzando la posta con l’Occidente, “propongono una scommessa rischiosa: se emergerà la vera natura fascista dei nuovi leader ucraini, gli ingenui occidentali, incluso il presidente Obama, si troveranno dalla parte sbagliata della storia”. Queste le considerazioni di Putin, secondo la Glaser pronto al “ve l’avevo detto cara Europa e Obama” quando l’Ucraina prenderà la piega di estrema destra e xenofoba a danni delle minoranze come quella ebraica. Eppure da Kiev sono gli stessi ebrei, almeno una parte influente di loro, a smentire il presidente russo e a chiedere di non essere strumentalizzati. “Lei ha dichiarato che la Russai vuole proteggere i diritti dei cittadini russofoni della Crimea e di tutta l’Ucraina e che questi diritti sono stati calpestati dall’attuale governo ucraino”, scrivono in una lettera inviata a Putin alcuni rappresentanti del mondo ebraico ucraino. “La Sua certezza sulla crescita dell’antisemitismo in Ucraina – continua la lettera – espresso da Lei in una conferenza stampa, non corrisponde ai fatti. Forse Lei ha confuso l’Ucraina con la Russia, dove le organizzazioni ebraiche hanno notato una crescita di tendenze antisemite l’anno scorso”. Presa di posizione dura che non rispecchia la totalità della comunità ebraica ma richiama a quel concetto dell’autodeterminazione dei popoli cui la Russia vuole contrapporre l’uso della forza. “Viviamo in un Paese democratico e possiamo permetterci differenze di opinioni” è il concetto chiave della lettera, forse più ancora del confutare la presenza di pulsioni antisemite in Ucraina. Sul punto poi la Glaser scrive, “lontano dall’essere controllato dai neonazisti, il nuovo governo include diverse mebri di minoranze etniche, inclusi i russi. C’è un ministro degli Interni armeno e il primo ministro è ebreo”. Vero è, come conferma la docente della University of California, che l’ebraismo ucraino trova al suo interno sia sostenitori di EuroMaidan e del governo provvisorio di Arseniy Yatsenyuk sia dell’ex Yanukovich. Rimane però la questione posta a Putin dai firmatari: grazie ma i problemi di casa nostra li risolviamo da soli. Questioni come Svoboda, il partito oltranzista che in passato più volte ha espresso chiaramente posizioni antisemite ma che ora sulla questione tiene un basso profilo. Un’altro partito nazionalista di destra ha invece in questi giorni aperto una linea verde con l’ambasciata di Israele per prevenire provocazioni. L’ambasciatore Reuven Din El e Dmitry Yarosh, leader di un gruppo paramilitare di destra, secondo quanto riporta l’agenzia stampa Jta, hanno stretto un accordo per evitare eventuali violenze. “Yarosh ha affermato che il Settore destra si oppone a ogni forma di fenomeno razzista, in particolare di stampo antisemita”, ha affermato l’ambasciatore di Israele. Qualche mese fa, nell’arco di un’intervista a un quotidiano ucraino, lo stesso Yaroch aveva ribadito la lontananza del suo movimento (fortemente attivo nella protesta di Maidan) da ideologie razziste. “Abbiamo molte posizioni in comune con Svoboda ma ci sono anche grandi differenze. Non concepisco gli elementi razzisti e non vi aderisco”.

Daniel Reichel

(10 marzo 2014)