“Per le curve del calcio serve un investimento educativo”
“Dagli stadi arriva un esempio diseducativo: il razzismo passa per una cosa divertente, perdendo di vista le conseguenze che ha sempre avuto nella storia dell’umanità. Ci sono capi ben coscienti di quello che fanno e una moltitudine poco preparata che segue supinamente l’incitamento a pronunciare questi slogan, forse senza rendersene conto. Va fatta un’opera di educazione più profonda di quanto fatto fino ad oggi, soprattutto tra i giovani”. È quanto afferma il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport (autore Ettore Intorcia) a seguito degli indecenti cori pronunciati in occasione di Juventus-Fiorentina. “Il fenomeno – osserva Gattegna – sta dilagando e ci preoccupa seriamente. Torino non era stata colpita in modo particolare, ma è evidente che in qualsiasi città un piccolo gruppo organizzato possa trascinare nell’emulazione tutti gli altri. Entra in gioco la psicologia delle masse, scienza approfondita proprio con riferimento alle grandi adunate sotto il fascismo e il nazismo: quando c’è una folla, si usano simboli vistosi e un linguaggio violento e suggestivo per la fantasia della gente, anche le persone di buon senso perdono la misura”. Sul fronte della giustizia sportiva proseguono intanto le indagini. Non è infatti ancora chiuso il caso relativo ai cori (antisemiti a Torino e di discriminazione territoriale a Napoli) e alle scritte insultanti la memoria di quanto avvenuto allo stadio Heysel da parte dei supporter della Fiorentina. Sui cori antisemiti, il Corriere dello Sport scrive: “Gli 007 hanno scavato e trovato (o forse aiutati a trovare) un video nel cui sonoro tale insultante coro, dal biasimevole tenore antisemita, è sufficientemente intellegibile e lo hanno allegato alla relazione inviata, come succede ogni domenica, all’ufficio dell’ex Procuratore capo della Repubblica di Udine. I cori riguardano la curva Sud, già oggetto di provvedimenti da parti di Tosel e dunque fuori da eventuali sospensive: nel caso venissero accertate nuove violazioni, scatterebbe immediatamente una nuova chiusura”. Da segnalare l’intervento di Mariella Scirea, moglie dell’indimenticabile Gaetano alla cui memoria è intitolata la curva bianconera: “Se continua così, potrei chiedere di cambiare nome alla curva che oggi è intitolata a mio marito” (Gazzetta dello Sport).
Esce domani nelle librerie “Il patto col diavolo” (ed. Rizzoli) di David Kertzer. Nel libro, recensito da Alberto Melloni sul Corriere della sera, si ripercorrono le vicende dei rapporti tra il Vaticano e il fascismo durante il pontificato di Pio XI. “Soltanto la morte impedì a Pio XI di andare allo scontro con il Duce”, titola il quotidiano. Nell’articolo l’autore riflette, tra i vari argomenti, anche sul significato e sul valore della Memoria. “Sulla Memoria – scrive Melloni – l’impegno è forte e crescente: ma quanto l’Italia celebra il 27 gennaio, ricorrenza istituita con una legge che tacque la parola fascismo, tanto più ci si trova davanti ad una ‘sagra della Memoria’ indispensabile e ambigua: e non meraviglia che spiriti acuti come quello di Elena Löwenthal ne sentano il paradossale contrappasso. La Memoria, infatti, è come un grande e pesante vaso, che non può essere poggiato nel vuoto di conoscenze: e oggi, anche Kertzer lo mostra, rischia di essere posato lì, in un vuoto che alla fine non cerca di capire che cosa sia effettivamente accaduto, ma che cosa sia utile dire su ciò che si pensa sia stato”.
Ancora a rischio la visita di Bergoglio in Israele a maggio. Lo sciopero del personale diplomatico israeliano sembra infatti lasciare ancora molte ombre in merito tanto che ieri il portavoce del ministero degli Esteri Yigal Palmor ha fatto sapere che la delegazione vaticana in procinto di partire per preparare la visita non andrà a Gerusalemme, ma solo ad Amman e a Ramallah. “È la conseguenza di quanto avvenuto la scorsa settimana, quando il Times of Israel aveva scritto che il viaggio del Pontefice sarebbe stato cancellato perché i dipendenti del ministero degli Esteri sono in sciopero e non in grado di prendere le disposizioni necessarie per visite di alto profilo”, riflette Marco Ansaldo su Repubblica.
Presentato il rapporto Unicef sul conflitto civile in Siria. I risultati sono spaventosi: diritti violati, migliaia di bambini assassinati da cecchini, torturati, giustiziati; centinaia di migliaia mutilati, sequestrati, arruolati nei combattimenti come informatori e contrabbandieri; milioni destinati a un futuro d’infermità a causa della malnutrizione e delle malattie; tre milioni senza tetto in Siria, l’altro milione e 200 mila fuggito verso i campi profughi all’estero, 38 mila nuovi nati nelle tende; gli altri milioni privati dell’istruzione. “Sopra a tutto – si legge su Repubblica – pesa la consapevolezza dell’impatto psicologico che questo avrà su un’intera generazione”.
Nell’incerta situazione contingente gli ebrei ucraini sembrano guardare alla possibilità di emigrare del paese. A raccogliere questo sentimento è Edward Dolinsky, direttore generale del Comitato Ebraico, in una intervista che appare sul Giornale a firma di Fiamma Nirenstein. “Israele ci aiuti, abbiamo paura”, spiega Dolinsky. Sulla Stampa (Vatican Insider) Lisa Billig scrive invece della lettera aperta inviata a Putin da numerosi intellettuali ebrei d’Ucraina. Nella lettera si accusa Putin di “scegliere coscientemente le bugie e le calunnie dell’informazione” allo scopo di “delegittimare il nuovo governo ucraino, diffamare il movimento rivoluzionario per la democrazia di Piazza Maidan e dividere il paese”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(11 marzo 2014)