Nugae – Surreale
Scrivere il giorno di Purim comporta delle responsabilità. Se tutti si travestono – quest’anno a una prima rapida carrellata appaiono molto popolari le parrucche fluo – è giusto che lo faccia anche questa rubrica. Non può ovviamente avere i capelli verde evidenziatore anche se sarebbe sicuramente più festoso, ma per esempio può travestirsi da seriosa pagina di opinioni, in cui l’autrice critica un po’ politici italiani che fanno i matti, esprime la sua preoccupazione per le guerre in regioni lontane, si rammarica per la mancanza di notizie da Israele, si domanda che ne sarà dell’umanità. Oppure cambiando totalmente sponda può indossare il costume da diario, pieno di melassa e verbi in prima persona, in cui si parla di pene d’amore, del crudele mondo accademico, di macchine e gambe in panne e del fatto che qualcuno mi ha giustamente suggerito di scrivere una sceneggiatura di questi miei ultimi mesi. Se lo facessi, sarebbe da immaginare poi in bianco e nero tipo Stanlio e Ollio. Queste righe possono anche diventare versi, qualche endecasillabo fa sempre bene alla salute. O un romanzo d’appendice, o una storia breve, visto che il genio creativo scalpita. Oppure possono contenere un sacco di parole difficili e magari addirittura numeri e buttarsi sullo scientifico, fingendo di sapere davvero cosa sia un bosone o anche quanto faccia due più due. Il punto è che è molto facile sapere cosa non si è, c’è l’imbarazzo della scelta. E fingere è alquanto appagante, ci s’immerge nel surreale che è sempre divertente. E in effetti attenzione, perché come direbbe Magritte, ceci n’est pas un article.
Francesca Matalon, stuentessa di lettere antiche twitter @MatalonF
(16 marzo 2014)