Qui Roma – Dialogo con un padre che non c’è

rosScrivere per ricordare. Per far riemergere la storia di un uomo che cerca disperatamente di tornare a vivere dopo Auschwitz. Un padre che vuole la normalità e la cerca in una piccola cittadina svedese, Södertälje, dove integrarsi e lasciare alle spalle il passato. Quello dello svedese Göran Rosenberg, autore di Una breve sosta nel viaggio da Auschwitz (Ponte alle Grazie), è un viaggio intimo, conflittuale e al contempo affettuoso nei ricordi di un padre scomparso prematuramente. Il libro, diventato un best seller in patria, è stato recentemente presentato a Roma alla Casa della Storia e della Memoria, appuntamento organizzato dall’ambasciata di Svezia in Italia. A confrontarsi sui diversi spunti di riflessioni che apre il racconto di Rosenberg, assieme all’autore, il giornalista Rai Roberto Olla (a destra nella foto con a fianco Göran Rosenberg) e Domenico Scarpa, consulente del Centro studi Primo Levi di Torino. A fare gli onori di casa, l’ambasciatore di Svezia, Ruth Jacob.
“È una storia personale che però porta con sé un messaggio più ampio – spiega Ann-Louice Dahlgren, addetto culturale dell’ambasciata svedese – in questo dialogo padre e figlio si arriva a conoscere la tragedia di un uomo, paradigma di una tragedia più grande, la Shoah”. Sopravvissuto ad Auschwitz, Dawid Rosenberg cerca rifugio nel desiderio di una vita normale, da ricostruirsi nella patria di Raoul Wallenberg, il diplomatico Giusto tra le Nazioni che salvò migliaia di ebrei durante il secondo conflitto mondiale. Su Dawid, il figlio giornalista e scrittore Göran, classe 1948, scrive, “In quella sera ancora precoce e luminosa, in quel posto dove è appena arrivato con il treno, trascina due valigie consunte e piuttosto pesanti, insieme ai suoi tre – non proprio intimi ma pur sempre – amici. Nonostante tutto, non sa ancora quanto si fermerà qui. La sua vita è appena ricominciata, eppure i suoi effetti personali pesano già parecchio”. Su quel peso cade il silenzio. “Il padre non racconta al figlio del passato – spiega Dahlgren – Vuole a tutti i costi integrarsi. Gli compra, a soli sette anni, i più famosi romanzi svedesi, romanzi da grandi perché il figlio diventi a tutti gli effetti svedese”. Malinconico e toccante, il libro di Rosenberg è la ricostruzione di un puzzle di ricordi, un lavoro interiore riportato sulle pagine di Una breve sosta nel viaggio da Auschwitz. “Lo stesso autore non si aspettava così tanto successo. In Svezia ha vinto il premio Augustpriset, il corrispettivo dell’italiano Strega, vendendo 180mila copie”, sottolinea Dahlgren.

d.r.

(16 marzo 2014)