digiuno…

I Maestri sottolineano che il Digiuno di Ester deve essere inteso solo come preparazione alle Mitzvoth di Purim, in special modo quella dei Matanoth LaEvionim, donare ai poveri.

Il Digiuno di Ester sottolinea il dovere di non gioire per la caduta del nemico; il dovere di considerarlo ad immagine Divina.

Curvare la testa come una canna, coricarsi sul sacco e la cenere, è questo solo che tu chiami digiuno? È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l’uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne? (Isaia 58). Fratelli, non è detto degli uomini di Ninive: “e D-o vide il loro digiuno”, ma è detto: “D-o vide le loro opere, che erano tornati dalla loro cattiva strada”. (Yomah 3, 10)

Il Midrash definisce Aman “capo degli acquirenti”, intenzionato a comprare il potere con i soldi. Convinto che il potere del denaro venga ancora prima di quello politico. Compra i “suoi ebrei” per poi sottoporli ad un “trattamento speciale”.

Al contrario di molti pregiudizi che ruotano intorno agli ebrei, il potere del denaro per l’etica ebraica è in funzione del prossimo.

Chi confida nella propria ricchezza cadrà. (Prov,11,28). Meglio la povertà con il timore di D-o che grandi tesori che non saziano. (Prov, 15,15). Non darmi ne povertà ne ricchezza. Dammi il pane quotidiano che mi spetta. Se io fossi ricco e sazio rinnegherei D-o direi: Chi è il Signore? Se fossi povero ruberei e profanerei il Nome di D-o. (Prov, 30, 8-9). I miei avi hanno sottratto tesori terrestri, ma io voglio ammassare per il cielo, dove le mani non possono afferrarli, come è detto: “Beati i giusti , perché raccoglieranno i frutti delle loro opere” (Isaia 3, 10) Tutte le idolatrie hanno origine dal denaro. Se il Messia dovesse arrivare su un costoso cavallo superbo anziché a dorso di un asino, tutti i ricchi penserebbero di essere il Messia. Se avrò fame griderò a te, Signore, e tu mi sazierai. Tu dai il nutrimento agli uccelli, ai pesci, e mandi la pioggia sui campi per far crescere l’erba per nutrire tutto ciò che vive. (Salmi di Salomone 5, 11). Dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai (Isaia 49, 15). E’ D-o che somministra al corvo il suo cibo (Giobbe 39, 3). Chiunque ha da mangiare oggi, e si preoccupa di che cosa mangerà domani, è un uomo senza fede (Mekhiltà Shemoth 16, 4).

Il potere del denaro è importante solamente in funzione della giustizia sociale, del sostegno al più debole: il denaro esiste solamente in funzione della Mitzvah della Tzedakah, al fine di insegnare a dare al prossimo.

Praticare la giustizia e l’equità per il Signore vale più di un sacrificio (Proverbi 21, 3). Se vi sarà in mezzo a te qualche tuo fratello che sia bisognoso in una delle tue città del paese che il Signore tuo D-o ti dà, non indurirai il tuo cuore e non chiuderai la mano davanti al tuo fratello bisognoso; anzi gli aprirai la mano e gli presterai quanto occorre alla necessità in cui si trova (Deuteronomio 15, 7-8). L’umile non torni rosso dalla vergogna, l’afflitto e il povero lodino il tuo nome (Salmi 74, 21). Fai la Tzedakah in modo riservato, senza farti notare, perché non è detto “beato l’uomo che dà ai poveri”, ma piuttosto è detto: “beato colui che si comporta con saggezza verso il povero”. La Tzedakah è compiuta perfettamente solo se è accompagnata dalle opere buone di misericordia. Sotto tre aspetti le opere di misericordia sono più importanti della tzedakah: la tzedakah si pratica con il denaro, le opere di misericordia si praticano con il denaro e con le azioni personali; la tzedakah è destinata ai poveri, le opere di misericordia ai poveri e ai ricchi; la tzedakah è per i vivi, le opere di misericordia per i vivi e per i morti (Sukkah 49b). Come può l’uomo seguire il Signore? Seguendo l’esempio del Signore: come egli veste gli ignudi, anche tu vesti gli ignudi; come egli visita gli ammalati, anche tu visita gli ammalati; come egli consola chi è in lutto, anche tu consola chi è in lutto (Sotah 14a).

Paolo Sciunnach, insegnante

(17 marzo 2014)