“Per la pace servono dei rischi”
Per raggiungere la pace in Medio Oriente servono anche “dure scelte politiche” e “assunzione di rischi”. Lo ha affermato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama incontando alla Casa Bianca il leader dell’Anp Abu Mazen. “Restiamo convinti che ci sia un’opportunità”, ha proseguito Obama durante il colloquio (Avvenire, tra gli altri).
Regna ancora il mistero sulla sorte del boeing malese scomparso dai radar ormai molti giorni fa. L’ultima ipotesi dell’intelligence, scrive Maurizio Molinari sulla Stampa, è che il velivolo possa trovarsi in Pakistan sotto il controllo dei talebani. Ad avvalorare questo scenario anche Rupert Murdoch con un tweet: “Il Boeing è nel Nord del Pakistan, dove stava Bin Laden”. Per proteggersi dal rischio di un aereo-missile Israele ha intanto elevato le procedure di sicurezza per i voli in atteraggio.
In fiamme il campo nomadi di Bollate, alla periferia di Milano. Sembra esclusa al momento un’ipotesi dolosa. Il bilancio dei fatti è drammatico: il campo risulta quasi interamente distrutto e alcune persone sono state ricoverate in ospedale per un’intossicazione (Avvenire, nel dorso milanese).
Sull’Osservatore Romano, in un articolo intitolato “Mentre scattava l’Operazione Margarethe”, lo storico Giovanni Preziosi racconta l’eroismo di suor Sára Salkaházi nel salvare dalla deportazione molti ebrei ungheresi. La religiosa, fucilata dai nazisti dopo un processo sommario, è stata riconosciuta Giusta tra le Nazioni nel 1972.
Nuovo appuntamento a Genova per il ciclo di incontri “Temi e immagini del pensiero ebraico” organizzato e promosso dal Dipartimento Educazione e Cultura UCEI, dalla Comunità ebraica genovese, dal Centro culturale Primo Levi, dalla Biblioteca Universitaria e dal Dipartimento di lingue dell’Università degli studi con il patrocinio dell’ufficio scolastico della Liguria. Il secondo incontro, dal titolo “Capire il Talmud”,
avrà come ospite Giuseppe Veltri dell’Università di Wittenberg-Halle e sarà introdotto dal rabbino capo Giuseppe Momigliano (Secolo XIX).
Sarà consegnato nel pomeriggio in Campidoglio il “Premio Fondazione Ducci per la Pace” al cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, al Gran Mufti di Siria Ahmad Badr Al-Din Hassoun e alla scrittrice, giornalista e attivista italo-israeliana Manuela Dviri. A consegnare il riconoscimento il giornalista Lucio Caracciolo. “La guerra in Siria, i razzi su Gaza e il Medio Oriente in subbuglio. Il dialogo tra le tre grandi religioni monoteiste è alla base di una soluzione che metta fine alle annose tensioni e faccia presto scoppiare la pace”, si legge sul dorso romano del Corriere della sera. Evidentemente i razzi e i missili che a ritmo continuo sono lanciati dalla Striscia di Gaza verso Israele non fanno notizia.
Da leggere, su Repubblica, l’intervista di Wlodek Goldkorn allo scrittore statunitense Jonathan Safran Foer. Numerosi i riferimenti ebraici. Si cita anche Primo Levi: “Scrivere romanzi – afferma Foer – significa prendersi cura degli altri. Se io ci tengo veramente a te, se voglio avere una relazione con te, ti racconto stone. Scrivere e leggere sono azioni etiche. Aiutano a sopravvivere perfino nella guerra. Primo Levi sopravvive ad Auschwitz, dal punto di vista spirituale, grazie a Dante”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(18 marzo 2014)