Qui Bologna – L’arte per i bimbi. Da Israele
Sala piena e molti giovani in piedi ieri sera all’inaugurazione della mostra Balene e capelli blu, la fantasia illustrativa di Israele, che al Museo Ebraico di Bologna presenta fino al 4 maggio una selezione di una cinquantina di tavole dei migliori illustratori israeliani. Dopo i saluti del professor Franco Bonilauri, direttore del museo, sono state Orna Granot, curatrice della sezione dedicata al libro illustrato per l’infanzia dell’Israel Museum di Gerusalemme e Orit Bergman, illustratrice, scrittrice e scenografa, protagoniste in questi giorni di alcuni incontri alla Bologna Children’s Book Fair a testimoniare della grande vivacità, delle difficoltà e dei successi degli artisti israeliani. Le loro parole sono state riprese dal professor Antonio Faeti, già docente della prima cattedra universitaria italiana dedicata alla letteratura per l’infanzia, che ha tenuto una lezione sul tema dei Disegni di frontiera. Sono state parole ammirate, pronunciate da un esperto che ha anche diretto per quattordici anni la giuria del Bologna Ragazzi Award, con quindi uno sguardo aperto e attento sul meglio del panorama editoriale mondiale. Nelle parole del professore versatilità, talento, varietà di stili e tecniche rischiano di mascherare un sorprendente carattere unitario, dovuto forse alla necessità di combattere lo stereotipo che vuole vedere la tradizione ebraica come del tutto ostile alle immagini. Per Faeti figure come Lele Luzzati, il grande scenografo e illustratore genovese che è stato un maestro in ogni campo dell’arte applicata, e Bruno Schultz, pittore e scrittore di lingua polacca e nazionalità austriaca, autore di opere fondamentali, sono riferimenti per chiunque faccia illustrazione oggi. Le nuove generazioni di artisti israeliani, però, aggiungono a una cultura comune la possibilità e la capacità di pescare da mille riferimenti culturali differenti, la coraggiosa sfrontatezza di non porsi limiti, e la necessità di dover rompere qualsiasi schema. L’illustrazione è poi del tutto dissimile dalla pittura e chi lavora per i ragazzi e i bambini è capace di piegarsi alle storie, alle esigenze di un’utenza di lettori piccoli, e per questo ancora più importanti, preziosi per il nostro futuro. Gli illustratori devono saper scavare ancora più a fondo, per arrivare a trovare le idee, le tecniche, l’arte più adatta a narrare i sogni.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(25 marzo 2014)