Setirot – Ebraismo, questione aperta
Il risorgere delle tentazioni antisemite nel nostro tempo, l’eredità culturale ebraica nel rapporto con l’Occidente, la sfida della giustizia, il dovere del perdono e il dovere della memoria. È intorno a queste tematiche che ruotano tre interviste inedite rilasciate negli ultimi anni di vita da Jacques Derrida (Algeri, 15 luglio 1930 – Parigi, 9 ottobre 2004) e che Medusa Edizioni ha da poco raccolto con il titolo “Derrida. Ebraismo, questione aperta”. Scrive Giovanni Leghissa nell’introduzione: «Derrida tocca qui un tema che attraversa in modo costante, neanche tanto sotterraneo, la sua riflessione filosofica, ovvero il tema del suo rapporto con l’ebraismo. Lo fa, in qualche modo incalzato dai suoi interlocutori, confessando in primo luogo la propria ignoranza nei confronti della tradizione ebraica, intesa come tradizione in cui una pratica – l’osservanza delle mitzvòt – si intreccia allo studio del Talmud. Al tempo stesso, lo fa mettendo a nudo una sorta di fedeltà, personale e teorica, nei confronti di un suo modo peculiare di essere ebreo, che è innanzitutto fedeltà al modo in cui il suo pensiero si è sempre confrontato con le nozioni di giustizia, eredità, lascito, appartenenza e appropriazione. Si tratterà di vedere che cosa vi sia di esemplare in questa peculiarità e, soprattutto, che cosa lo renda per noi filosoficamente – e politicamente – rilevante».
Stefano Jesurum, giornalista
(27 gennaio 2014)