Nugae – Piaghe d’Egitto
Perché non scrivo mai le mie opinioni su come va il mondo delle cose serie e importanti per il genere umano? Principalmente perché sono pusillanime, e questo è risaputo. Ma in realtà è veramente una buona idea, evita un buon numero di potenziali strafalcioni. Per dire, in un articolo di qualche giorno fa il signor Ahmad Al-Gamal, editorialista di un giornale egiziano, cercava di persuadere il governo del suo paese a intentare una causa contro Israele per le dieci piaghe. Le dieci piaghe bibliche, si intende. E vuole risarcimenti e tutto il resto, sostenendo che in fondo le locuste se la sono presa con tutti, quando in realtà era solo colpa del faraone. E non solo, propone di querelare anche la Turchia per aver invaso l’Egitto nel periodo dell’Impero Ottomano e la Francia per le invasioni napoleoniche. L’editoriale, che a una prima occhiata sembra una notiziola da blog poco attendibile e molto inventata, è riportato tradotto in inglese dal Middle East Media Research Institute. Dunque per quanto possa sembrare assurdo, è proprio vero. E sicuramente il suo autore è convinto di quello che sostiene. La cosa tra l’altro ha innegabilmente anche risvolti inquietanti, però suvvia. E a questo punto, visto che la libertà di parola permette tali meraviglie, tanto vale cogliere l’occasione per fare tre cose di primaria importanza. Primo: già che ci siamo citare in giudizio anche Pitagora, il cui teorema secondo Wikipedia sembra essere il più antico e diffuso risultato matematico che va oltre l’aritmetica e la geometria elementari. Grazie a lui, che si prenderà dunque la responsabilità di venire additato come l’inventore della disciplina, ora a distanza di secoli e secoli ci sono ancora studentesse che per anni hanno avuto seri dubbi sul loro quoziente intellettivo, nonché la media scolastica notevolmente abbassata da un sei stiracchiato in matematica. Una disgrazia per una buona fetta di umanità insomma, che ora vuole risarcimenti per danni morali. Secondo: proporre alla commissione che assegna i premi Nobel di conferirne uno per la pace all’inventore della piastra per capelli. Il mondo è un posto più sereno grazie a lui. Terzo: fare gli auguri di compleanno in internetvisione alla mia amica che si trova in Australia, che è davvero un posto lontanissimo per poter festeggiare insieme e in effetti a causa del fuso orario li leggerà quando ormai non sarà nemmeno più il giorno giusto. Che in realtà giustamente non importa a nessuno, ma almeno in queste righe c’è scritto qualcosa di sensato.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF