Tea for two – Minuti
Quante volte abbiamo pensato: “Se solo avessero aspettato qualche minuto in più?”. Niente pulizie, niente diari segreti dei quali sbarazzarsi con attaccate bustine di zucchero sgraffignate qua e là in giro per il mondo, niente panico da chametz.
Ma i nostri carissimi avi non hanno aspettato. “Beccatevi questa matzah” sembrano dirci, “Dopotutto noi ci siamo beccati la schiavitù con quarant’anni di vagabondaggi come bonus”. In fondo il Cambiamento è sempre così: lo reclamiamo a voce per anni ed anni e quando arriva facciamo un salto all’indietro dalla paura e diciamo: “Ti prego, aspetta almeno che il pane lieviti!”. Ma no, quello non guarda in faccia nessuno ed incombe: minaccioso, elettrizzante, ignoto, gigante. Pesach mi piace perché cambia e resta sempre uguale, perché è una meta ma racconta un tragitto. Mi volto e guardo intorno a me chi parte e chi resta, chi cambia e chi per non pensarci fa festa. E mi rendo conto che alla fine una Matzah ci salverà.
Rachel Silvera, studentessa
(31 marzo 2014)