…Farisei

Sono ritornati i Farisei, in grande stile. Ipocriti, corrotti, impiccioni, devianti. Soprattutto, ebrei. Pensavamo di essercene liberati nell’ormai lontano 20° secolo, o quanto meno di aver smontato una volta per tutte il mito e soprattutto chiarito il malinteso a proposito di questi particolari esponenti del collettivo ebraico, delle loro posizioni ideali, del loro ruolo nello sviluppo dell’esegesi biblica, del loro rapporto complesso, analitico e mediato con il testo consacrato. Credevamo che lo sviluppo degli studi di storiografia ebraica, e forse anche il rimorso per le tragiche conseguenze di antiche distorsioni dei ruoli e dei significati dell’ebraismo avessero creato un antidoto nei confronti dei vecchi luoghi comuni. Ma non è così. Ecco dunque ricuperata la vetusta, erronea e paternalistica identificazione fra tutto ciò che di negativo ci può essere nello Stato costituito e nel rapporto fra classe dirigente e società, e il falso paradigma dell’antico ebraismo farisaico, nuovamente colpevolizzato e sconfitto nella più classica e ripetitiva tenzone teologica. Riecco l’erronea e autoreferente dicotomia fra amore e durezza, fra perdono e intransigenza, fra misericordia e perfidia. E il prossimo passo è l’inevitabile ritorno all’accusa di deicidio. C’era una volta il dialogo.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme

(3 aprile 2014)