Nugae – Nero integrale
Dolcemente viaggiare, sì. Talmente forte il sapore di zucchero, che la maggior parte del tempo non si percepisce nemmeno il retrogusto amarognolo della lontananza. Dalle persone ovviamente. Che però non costituiscono un pensiero così angoscioso dato il numero di applicazioni con nomi inglesi e iconcine colorate, che impediscono di perdersi di vista anche volendo. Da alcune cose, come i cinque carichissimi portapenne sulla scrivania o il comodino verde prato stupendo a forma di valigia comprato solo pochi mesi fa. Ma tanto qualcosa fa pensare che il sentimento non sia reciproco, quindi non vale la pena perdere troppo tempo a struggersi. E poi dal cane, quello sì che è un vero problema. Lui non è un mobile o un oggetto di cartoleria, insensibili che non sono altro, ma non ha nemmeno un cellulare e non c’è modo di rassicurarlo sul proprio ritorno. La quantità di cani al parco che si chiamano Argo testimonia oltre a scarsa fantasia quanto l’attaccamento di queste bestioline sia adorabilmente travolgente. Bene, in un tale momento di astinenza da contatto canino, con tempismo catastrofico un servizio fotografico dissesta definitivamente l’equilibrio spirituale di una morbosa padrona di grande cane nero dal nome bizzarro e dagli occhi da cartone animato. Si tratta del Black Dogs Project del fotografo statunitense Fred Levy, una serie di scatti di cani neri su sfondo nero. Una vera meraviglia, e d’altra parte si sa che il nero integrale è sempre la scelta più chic. E poi c’è il lato impegnato della faccenda, ovvero l’intenzione di sensibilizzare sulle difficoltà di queste creaturine della notte a farsi adottare. A quanto pare il nero oltre a sfinare spaventa, addirittura una cosa da “sindrome del cane nero”, uno stereotipo che gli attribuirebbe un che di più feroce o pericoloso rispetto al pelo chiaro. Non troppo scientificamente provato, ma confermato una ricerca di Fred nei canili americani. “Attraverso questo progetto, ho scoperto che è davvero importante condividere l’idea che ci sono sempre molti cani che hanno bisogno di una casa sicura, indipendentemente dall’aspetto fisico – ha spiegato – Forse qualcuno guardando questo progetto penserà che l’importante è avere un cane, non importa il colore dello stesso”. Insomma nemmeno i cani si salvano dal pregiudizio. Sti umani, vien voglia di trattarli come un comodino.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF
(6 aprile 2014)