Qui Firenze – Nel nome di Laura
Laura da giovane, Laura con il marito Angiolo, Laura con i figli Leo e Lia. Immagine dopo immagine si svela lo scenario che fu di ispirazione e in cui crebbe la passione per la scrittura di Laura Orvieto, indimenticabile protagonista della letteratura per l’infanzia cui il Comune di Firenze ha voluto dedicare uno degli eventi di apertura del Festival dei Bambini. Una testimonianza commovente e parzialmente inedita che vive anche attraverso le parole di Caterina Del Vivo, la studiosa che più di ogni altra ne ha approfondito la figura attingendo al vasto archivio custodito al Gabinetto Vieusseux e curando numerose pubblicazioni che, oltre a spiegare l’impatto dirompente dei grandi classici dell’antichità palesatosi tra gli altri nel celeberrimo ‘Storie della storia del mondo’, hanno svelato quanta importanza abbia avuto nei suoi racconti il legame con le radici ebraiche e con un’identità con la quale imparerà a rapportarsi con piena consapevolezza a partire dalle Leggi Razziste del ’38. Fu proprio quella drammatica circostanza, infatti, a bloccare la diffusione di ‘Storie di bambini molto antichi’, volume di rara bellezza scritto appena pochi mesi prima e tornato in circolazione in queste ultime settimane grazie alla casa editrice Mondadori. Linguaggio fresco e attuale, empatia, capacità di parlare al cuore dei più giovani: sono gli elementi che fanno della Orvieto un’autrice senza tempo. Una caratteristica di cui hanno potuto godere i fortunati ritrovatisi a Palazzo Strozzi per ascoltare il reading di una selezione delle sue opere a cura di Teresa Porcella con l’accompagnamento musicale di Andrea Botto basato su melodie di Mario Castelnuovo Tedesco.
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(6 aprile 2014)