Pesach…

Pochi vogliono comprendere la dolorosa idea degli eventi accaduti durante la piaga del buio in terra d’Egitto e pochi ricordano i diretti e concisi versetti che la descrivono: “Uno non vedeva l’altro e nessuno si mosse da dove si trovava per tre giorni; ma per tutti i figli d’Israele c’era luce nelle loro dimore.” Shemot 10, 22-23. L’originale testo in ebraico non parla di gente sconosciuta che non si vedeva l’un l’altro bensì di “nessuno riusciva a vedere il proprio fratello” perché un popolo schiavo, anche se intellettualmente di grande livello, non vedrà i propri fratelli e finirà sempre per giocare alla rivoluzione nel mondo altrui e mai nel proprio. La luce che illumina i figli di Israele sembra interessare poco a coloro i quali preferiscono o pubblici appelli ad un serio lavoro per il proprio popolo, dal proprio popolo, con il proprio popolo. Tutti siamo fermi a godere del buio intorno a noi è pochi sono seduti insieme nella diversità di una grande tavola imbandita per il Seder di Pesach.

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino

(11 aprile 2014)