Mazzot con sorpresa
Nell’imminenza di Pesach ti fornisci di matzoth dal solito fornitore nazionale e ti arrivano pacchi a cui è stato tolto il sigillo per infilarci dentro un grazioso libriccino dal titolo ‘La vera libertà’, prodotto dai Lubàvich che, dopo aver inneggiato al Rebbe Mashìach (‘Viva il Re Maschìach!’) ti illumina su significati e riti della festa. I quesiti che la sorpresa pone al fruitore, non necessariamente sostenitore degli ideali Lubàvich, sono di genere diverso. (Per il rabbinato italiano:) è un atto halakhicamente accettabile e corretto da parte del distributore togliere i sigilli esterni dalle matzoth manomettendone tranquillamente certi controlli di garanzia? Ed è concepibile che a insegnarci il significato di Pesach, anziché i nostri rabbini, sia questo specifico gruppo? (Per il medesimo rabbinato e per i responsabili politici:) è possibile garantire meglio di così l’identità culturale dell’ebraismo-italiano? è cioè possibile agire sulla cultura delle comunità anziché lasciare che ad agire siano altri nei modi che da anni ormai conosciamo? (Per il fornitore:) è corretto mescolare in questo modo halakhah, commercio e etica professionale per le azioni di questo gruppo che accanto alla comunità ebraica italiana vive da decenni senza riconoscerne storia, valori e autorità?
Vista la difficoltà di dialogo trasparente che implichi reciproco rispetto, la ‘modest proposal’ di chi scrive è che le istituzioni ebraiche italiane si riapproprino rapidamente di un po’ di dignità e autorevolezza.
Dario Calimani, anglista
(13 aprile 2014)