Emanuele Pacifici (1931-2014)

emanuele pacificiRaccontare storia, cultura e memoria degli ebrei italiani. Catalogare e indicizzare ogni informazione rilevante e metterla a disposizione di chiunque ne facesse richiesta, dagli studiosi più affermati ai giovani delle scuole che gli si rivolgevano con interesse e amicizia. Un impegno di conoscenza che Emanuele Pacifici ha portato avanti per tutta la vita e nonostante le numerose avversità contro le quali si è trovato a combattere. Oggi sono in molti a piangerlo e a stringersi al figlio Riccardo, presidente della Comunità ebraica di Roma e Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, e a tutti i familiari.
Nato a Roma nel 1931 dal rabbino Riccardo Pacifici e da Wanda Abenaim (entrambi deportati e uccisi ad Auschwitz-Birkenau), Emanuele sopravvive alle persecuzione nascondendosi nel collegio delle suore di Santa Marta a Settignano (Firenze). Finita la guerra, viene ritrovato da un soldato della Brigata Ebraica. Cerca di fare l’aliyah, ma una grave malattia gli impedisce di partire alla volta di Israele. Resta così in Italia, dove nel tempo si affermerà come uno dei più importanti custodi della memoria ebraica del Novecento.
“Emanuele Pacifici – si legge in una nota diffusa dalla Comunità ebraica di Roma – ha dedicato tutta la sua vita alla registrazione degli eventi che hanno coinvolto l’ebraismo lungo decenni. Grazie al suo lavoro di raccolta ha ricostruito la storia delle Comunità ebraiche italiane, in particolar modo di quelle scomparse, e ha conservato la più ampia documentazione sul rabbinato di Elio Toaff”. Il 9 ottobre del 1982 una nuova terribile prova: Pacifici è infatti coinvolto nell’attentato al Tempio Maggiore in cui viene ucciso il piccolo Stefano Gaj Taché. L’esplosione lo lascia in fin di vita. A salvarlo, dopo mesi in difficili condizioni di salute, sono i medici dell’ospedale Fatebenefratelli. Una volta tornato in forze, Emanuele sceglie di riprendere la sua missione per lasciare in eredità, alle nuove generazioni, un archivio sempre più significativo e articolato.
“Il ricordo della figura di Emanuele Pacifici z.l – afferma il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna – mi riporta indietro nel tempo, ai primi Anni Sessanta, quando le nostre famiglie e la famiglia Orvieto formarono un gruppo organizzato, una coalizione di forze, che per alcuni decenni svolse un lavoro fondamentale nell’ambito giovanile della Comunità di Roma. In particolare Emanuele, appassionato di documentazione e archiviazione, iniziò a costruire un suo centro privato nel quale è stata raccolta e conservata la memoria storica dei fatti più importanti che interessarono l’ebraismo romano e italiano soprattutto in relazione con lo Stato di Israele. Siamo stati ininterrottamente legati da grande stima, amicizia e affetto”. In un messaggio rivolto al figlio Riccardo e a nome di tutto il Consiglio dell’Unione, Gattegna scrive: “Per tanti di noi che lo hanno conosciuto e frequentato, non solo della mia generazione, è stato un grande esempio di vita, di generosità e di impegno ebraico che ci ha segnato profondamente e che vogliamo ricordare con nostalgia e affetto”.
I funerali si svolgono, dopo il passaggio del feretro sotto il Tempio maggiore della Capitale, oggi alle 13.45 al cimitero di Prima Porta.
A Riccardo, a tutti i familiari e agli amici di Emanuele Pacifici, il commosso saluto della redazione.

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(14 aprile 2014)