Tea for Two – Bagagli esistenziali
Ogni volta che imbarco la valigia, provo lo stesso brivido: arriverà sana e salva? Ci ricongiungeremo dopo mille peripezie come due amanti in un romanzo d’appendice? Per la prima volta, provo a guardare oltre me stessa, ad entrare in empatia con i miei compagni. La famiglia russa che aspetta di ricongiungersi con il proprio borsone che sembra essersi perso nel cielo tra Parigi e Roma e la coppia radical chic con gli zainetti: lei cappellino e portachiavi a forma di lama, lui occhialini. Un mare di -ini ed -etti. Si sbaciucchiano mentre aspettano il loro bagaglio, incuranti, perché alla fine conta pur sempre l’essere arrivati a destinazione insieme ed aver superato la prova viaggio d’amore senza essersi uccisi barbaramente. La tensione corre sul nastro ed io l’aspetto con frenesia la mia valigia nera con un fiocco scozzese. Ho faticato nel trascinarmela in metro, non mi può tradire. Non che ci sia dentro chissà cosa, i beni primari sono con me: la borsa, il computer, il vestito nuovo, il libro che sto leggendo. Ma quelle cose ammonticchiate con foga non riesco a dimenticarle. Vorrei bastarmi, ma non sono pronta. Le ‘cose’, la ‘roba’ alla verghiana maniera, sono ancora pura emanazione di me. Forse perché amo poco. Certo è che per il momento il bagaglio della mia esistenza fa capolino dal nastro con un fiocco scozzese saldamente appeso al manico. E gli sorrido.
Rachel Silvera, studentessa-stagista
(14 aprile 2014)