Beppe Grillo perde la testa e intima agli ebrei italiani: “Non mi nascondo, ora cambiate la vostra comunicazione”

Di fronte alla realtà e alla fermezza di chi non può rinunciare a difendere strenuamente i valori della Memoria, della democrazia e del progresso, anche un comico sperimentato perde il suo smalto.
Dopo l’indecente oltraggio alla Memoria della Shoah pubblicato sul suo blog, il leader del Movimento Cinquestelle Beppe Grillo, davanti alla durissima denuncia del Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, perde la bussola e resta senza argomenti.
Il suo linguaggio, che pretendeva di essere scherzoso e ironico, si degrada immediatamente in una sequela di oscure minacce di stampo antisemita, i suoi argomenti si riducono ad agitare lo spauracchio delle lobby caro a tutti i deliri complottistici, delle sue parole infine restano solo sconnessi e gratuiti termini offensivi e un grottesco tentativo di intimidazione rivolto agli ebrei italiani: “Cambiate la vostra comunicazione”.
A caccia di visibilità e tentando di cavalcare una campagna elettorale che si annuncia densa di veleni, l’artista ha rincarato la dose per diffondere a piene mani stereotipi e pregiudizi. Niente scuse, nessun passo indietro sui deliranti contenuti apparsi sul suo sito internet. Anzi, al contrario, accuse e illazioni nel solco dei più banali cliché. A partire dall’inevitabile riferimento di tipo complottistico che sarà senz’altro piaciuto a chi, nel Movimento, vede una trama oscura e un nemico che agisce nell’ombra in ogni aspetto dello scibile umano. “La verità è che quando si toccano i poteri forti vengono fuori le lobby”, ha detto Grillo rispolverando temi presenti nei famigerati Protocolli dei Savi anziani di Sion e cari a tutti gli agitatori antisemti. Bersaglio delle sue farneticazioni il Presidente Renzo Gattegna e l’intero apparato della comunicazione e dell’informazione UCEI, colpevoli di aver messo a nudo il pericolo che questi comportamenti rappresentano per il sistema democratico.
“Non sono io che mi nascondo dietro certe tragedie – ha sostenuto Grillo – sono loro che lo fanno. Non chiedo scusa, dovrebbero sostituire il loro portavoce e i comunicatori stupidi, ignoranti e poco intelligenti che danneggiano la Comunità”. Relativamente ai fatti oggetto di discussione il comico genovese ha poi respinto l’accusa di aver usato la Shoah “per la campagna elettorale”. Nel tentativo di motivare il suo comportamento ha poi aggiunto: “Io volevo dire – la sua tesi – che il lavoro fa ancora più vittime e la P2 rende liberi. La Shoah è ancora dietro l’angolo, abbiamo Shoah da tutte le parti. Io non chiedo scusa a nessuno, io sono aperto al dialogo con tutti, ho amici di tutte le religioni”.
Forte in questi giorni la condanna di istituzioni, partiti, opinion leader, a cominciare dalle Comunità ebraiche di Roma e di Milano e da molte altre. Alla Camera dei deputati l’intervento del parlamentare Emanuele Fiano, figlio del testimone della Shoah Nedo, che ha espresso solidarietà al presidente Gattegna e lanciato un chiaro messaggio: “Sappia Beppe Grillo – ha detto Fiano – che tutti coloro che hanno tratto la lezione di ‘Se questo è un uomo’ non abbasseranno mai la testa di fronte a chi crede di poter disporre della storia come crede e ritiene che fascismo e antifascismo siano la stessa cosa”. Da registrare anche l’intervento dell’American Jewish Committee, che si è detto scioccato “dell’uso cinico e strumentale della Shoah, di Auschwitz e di un autore della statura di Primo Levi come veicoli di propaganda politica contemporanea”. L’American Jewish Committee, si legge ancora nella nota diffusa a mezzo stampa, “è ugualmente sconcertato dai volgari insulti di Grillo verso il presidente della Comunità ebraica italiana e le sue insinuazioni riguardo poteri reconditi e cospirazioni dietro alle crisi del mondo contemporaneo”.

(17 aprile 2014)