Il libretto fuori posto
Anche a Livorno, estraneo ovviamente il rivenditore locale, sono giunte le matzot con inserito all’interno del pacco un bel librettino su Pesach edito da Lubavitch. La cosa, nei giorni scorsi, aveva sollevato annotazioni critiche da parte di consumatori veneziani e in effetti alcuni aspetti dell’operazione, sotto vari punti di vista, sono criticabili. In questa sede mi preme però evidenziare, per la tranquillità di alcuni consumatori, un passaggio non proprio politicamente corretto che afferma: “Per Pesach è diffusa l’usanza di non consumare riso, miglio, mais, senape, legumi secchi o loro derivati”. Come è noto a molti ciò è tanto vero quanto falso: ovviamente questa indicazione è valida per coloro che non consumano a Pesach quelle che vengono definite “kitnyot”, appunto riso, legumi, etc. Ma per costoro più che di tradizione direi che si parla di regola. Ma a Livorno sefardita, come in altre Comunità in Italia, non si segue la proibizione delle “kitnyot” e questo agli estensori del libretto è certamente noto. Ora, non sono certo iscrivibile nel partito degli “anti” Lubavitch ai quali, in verità, riconosco molti meriti e non mi sento certo di criticarli per il fatto che arrivano spesso dove “noi”, le tradizionali istituzioni comunitarie, non arriviamo. Devo però rilevare, tornando alla brochure, che corretto sarebbe stato indicare chiaramente la distinzione, anzichè lasciarla in un limbo ambiguo che potrebbe anche creare inutili preoccupazioni a qualcuno, erroneamente indotto a pensare di essere in fallo. Amici Lubavitch, per concludere, proprio perchè la comunicazione la conoscete bene, la prossima volta fate un passo in più verso la chiarezza, così da fugare il dubbio che in alcuni può legittimamente albergare, ovvero che si tratti di una sorta di campagna “di proselitismo”.
Gadi Polacco
(17 aprile 2014)