Israele – Abbas riconosce la realtà: “Shoah crimine senza pari”
“La Shoah è stato il più efferato crimine contro l’umanità dell’era moderna”. Alla vigilia di Yom HaShoah (Yom HaZikaron laShoah ve-laG’vurah, il Giorno in cui Israele celebra il ricordo “della Shoah e dell’eroismo”), il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas ha diffuso queste parole, in inglese e in arabo, in una nota pubblicata su WAFA, l’agenzia di informazione palestinese, esprimendo inoltre la sua partecipazione ai familiari delle vittime e a tutti gli innocenti uccisi dai nazisti. Una dichiarazione che, notano giornalisti e commentatori della stampa israeliana e internazionale, rappresenta la più netta presa di posizione sull’argomento mai assunta dal presidente dell’Anp, che tra l’altro fu autore, nel 1982, di una tesi di dottorato con contenuti negazionisti. La notizia delle nuove parole di Abbas si intreccia nel puzzle complesso di un momento di grande tensione diplomatica, dopo l’annuncio della riconciliazione tra la stessa Autorità palestinese e il gruppo terroristico di Hamas che governa Gaza, annuncio che pare aver reso inevitabile la fine dei negoziati portati avanti dall’estate scorsa sotto l’egida del segretario di Stato americano John Kerry.
Non a caso, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ricordato come Abbas sia appena tornato ad allearsi con un gruppo che non soltanto nega la Shoah, ma “tenta di realizzarne un’altra attraverso la distruzione dello Stato d’Israele”, come ha dichiarato il premier durante la consueta riunione domenicale del Consiglio dei Ministri.
E se negli scorsi giorni è stata segnalata la prima visita ad Auschwitz di un gruppo di studenti provenienti dai Territori palestinesi, lo stesso messaggio di Abbas non è privo di sfumature di ambiguità, tracciando, pur se non apertamente né in modo diretto, un parallelo tra quanto accaduto durante la Shoah e le vicende dei palestinesi. “Il mondo deve fare ogni sforzo per combattere il razzismo e l’ingiustizia e portare giustizia e uguaglianza ai popoli oppressi, ovunque essi siano – si legge nella nota – Il popolo palestinese, che soffre l’ingiustizia e l’oppressione e al quale sono negate pace e libertà, è in prima fila a chiedere che vengano alleviate l’ingiustizia e il razzismo che ricaddero su altri popoli che furono soggetti a questi crimini”.
In una situazione così complessa, tra le parole di Netanyahu e quelle Abbas rimane un tratto in comune: entrambi chiamano la controparte a non rinunciare all’impegno per la pace.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(27 aprile 2014)