Oltremare – Da Pertini a Ben Gurion

fubiniDal “Sandro Pertini” al “Ben Gurion” non è mai linea retta, ma spezzata da un altro aeroporto, agente di disturbo e di perdita di concentrazione. Come si lascia terra per alzarsi sopra alle colline e montagne di Torino, avrebbe senso dare un ultimo sguardo e poi in un batter d’ali ritrovarsi con i piedi nella sabbia chiara oltremare. Invece c’è da immergersi temporaneamente in un’altra lingua, lunghi corridoi e ultimamente nei fantasiosi sistemi inventati in ogni aeroporto internazionale per allontanare, dividere e convogliare chi vola verso Israele. Latente il dubbio che – sicurezza a parte – israeliani (ed ebrei) sia sempre meglio separarli da tutto e da tutti. Dubbio tenace, quando la lingua parlata a terra è il tedesco. Sandro Pertini era il Presidente quando io ero a scuola. Era il Presidente partigiano, e la sua pipa nelle fotografie aveva un profumo familiare, dolciastro, un invito al farsi raccontare storie. Allora, incarnava una autorità bonaria e lontana. Oggi, è un nome che porta bei ricordi di vittoria (i mondiali), e di occhiali dalla montatura spessa che chissà come sono ritornati di moda. David Ben Gurion, quando ero a scuola non sapevo bene chi fosse. Tanta storia ebraica dalla Bibbia in qua, tanti “Eroi ebrei” e storie tragiche a lieto fine, ma poca storia di Israele, sui nostri banchi. Israele, negli anni ’70 e ’80, era sinonimo di guerre a ripetizione (ricordo che le contavamo sui libri di testo, una a una), e si vede che non c’era abbastanza tempo per parlare degli uomini che le avevano fatte. Così, Ben Gurion che fa la verticale sulla testa nella sabbia davanti al mare con l’aria del ragazzino che sta facendo una marachella, l’ho imparato solo arrivando a Tel Aviv, dove quella fotografia è una delle prove che gli israeliani sono anche persone semplici che devono trovare un modo per curare un terribile mal di schiena. E a volte la cura è la cosa meno ragionevole, come mettersi a testa un giù. Anche Ben Gurion è uno cui vorrei poter chiedere di raccontarmi storie.

Daniela Fubini, Tel Aviv
twitter @d_fubini

(28 aprile 2014)