Moked 5774 – Il rav, il dibattito e noi

Schermata 05-2456779 alle 14.28.08Rav Haim Amsalem e le sfide della leadership rabbinica in tempo di crisi. Arriva da Israele l’ospite d’onore del Moked 5774, il grande ritrovo dell’ebraismo italiano sulle rive del Mar Adriatico. Una partecipazione che ricorda la grande trasversalità delle questioni legate al rapporto tra rabbini e Comunità, che travalicano spesso i confini geografici e le problematiche legate alle peculiarità dei singoli nuclei, per proiettarsi invece nell’orizzonte di un mondo ebraico sempre più globale e interconnesso di fronte alle sfide del nuovo millennio. “Abbiamo invitato rav Amsalem perché è un grande opinion maker, una voce fortemente impegnata nel dibattito pubblico sui temi al centro di questa edizione del Moked” spiega rav Roberto Della Rocca, direttore del dipartimento Educazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che organizza l’iniziativa (e come l’anno scorso prevede una riunione del Consiglio aperta a tutti i partecipanti, in un momento che è stato definito come “gli- Stati Generali dell’ebraismo italiano”). Tra i fondatori del partito religioso sefardita Shas negli anni ’80, rav Amsalem ha servito per più mandati nella Knesset e ha partecipato alle ultime elezioni con il movimento da lui fondato (e denominato “Am shalem” con un gioco di parole basato sul suo stesso cognome, dal significato letterale di “un popolo intero”). Un progetto che sebbene abbia nel 2013 fallito l’ingresso in Parlamento, ha dimostrato di portare avanti le istanze che rappresentano in questi mesi il cuore del confronto pubblico dello Stato ebraico: un diverso rapporto tra religiosi, soprattutto haredim, e laici, la condivisione delle responsabilità da parte di tutti, la promozione del concetto che chi dedica la vita allo studio della Torah ha al contempo l’obbligo di essere un membro attivo della società, e dunque di conciliare lo studio con l’avodah, il lavoro. Il Moked (1-4 maggio 2014) infatti è stato costruito quest’anno per offrire l’opportunità di affrontare nelle sue varie declinazioni le sfide dei rabbini del XXI secolo, in Italia e non solo, dal rapporto con le istituzioni comunitarie alle aspettative della gente nei vari ambiti: servizi religiosi come la kasherut, educazione, funzione spirituale. “Quando si parla di questi argomenti, il rischio è quello di lasciarsi guidare da preconcetti, di limitarsi a discutere in maniera ideologica – spiega il direttore del Dec UCEI – Il Moked (letteralmente “messa a fuoco” ndr) è da sempre il luogo per disinnescare e superare questo tipo di meccanismi e invece partire dal contenuto, a cominciare dallo studio dei testi della nostra tradizione. È importante per esempio spiegare alle persone la ragione per cui alcune scelte vengono portate avanti in un certo modo”. E allora in programma numerosi confronti tra rabbanim, presidenti e rappresentanti di Comunità, ma anche professionisti in grado di fornire alla discussione un apporto di tipo diverso come Dan Wiesenfeld, psicologo, specializzato in comportamento organizzativo. A intrecciarsi e scorrere in parallelo, workshop per tutti i gusti, dalla cucina al teatro, dalla danza alla krav maga (la tecnica di autodifesa sviluppata in Israele ed esportata con grande successo in tutto il mondo) per ricordare come il Moked voglia essere nel panorama dell’ebraismo italiano un momento in grado di coprire tutte le esigenze dei partecipanti, dalla spiaggia allo studio. A proposito di studio, importanti anche le occasioni di approfondimento della Torah e dei Testi condotti da rabbini e non. E ancora un canale per parlare di giovani e Israele, partendo dal grande successo riscosso dall’opportunità di affrontare in italiano il test psicometrico per l’ammissione alle università israeliane realizzato grazie all’impegno dell’UCEI. Senza dimenticare che il fine- settimana rappresenta da sempre un momento di svago particolarmente apprezzato dalle famiglie, ed è quindi previsto anche un programma per i bambini. “Stare insieme fra diversi” il filo conduttore che vuole caratterizzare l’evento. Diverse realtà geografiche, diverse sensibilità sull’osservanza religiosa, diversa visione della vita comunitaria. Per tutti, l’appuntamento è a Milano Marittima.

Pagine Ebraiche, maggio 2014

(1 maggio 2014)