Shoah…

Perché i Charedim non si fermano durante il suono della sirena di Yom HaShoah VeHaGhevurah?
Il rapporto tra il mondo ebraico ortodosso e la Shoah è più articolato di quanto possa apparire. Non v’è dubbio che il mondo ebraico ortodosso, così fiorente nell’Europa orientale fino alla vigilia della seconda guerra mondiale, sia stato il più colpito dalla Shoah.
Tuttavia gli stessi ebrei ortodossi rifiutano di riconoscersi nell’interpretazione sionista della Shoah, non accettando le forme della memoria istituite negli anni ’50 dallo Stato di Israele: “Yom HaShoah VeHaGhevurah” (“Giorno della Shoah e dell’eroismo”), giorno in cui in tutto il mondo, e soprattutto in Israele, si fa memoria della Shoah. In modo particolare, lo “Yom HaShoah VeHaGhevurah” si celebra per commemorare la data (aprile 1943) della rivolta avvenuta nel ghetto di Varsavia, evento simbolico della lotta, della forza e del coraggio del popolo ebraico, che reagisce all’oppressore combattendo fino alla fine.
Ma ciò che divide gli ebrei ortodossi dagli altri ebrei è proprio l’interpretazione della Shoah: lo sterminio dei sei milioni di ebrei, nel mondo ortodosso, viene interpretato e vissuto secondo i parametri propri della tradizione religiosa: ciò che è avvenuto nei ghetti e nei campi di concentramento è da ricomprendere e onorare esclusivamente come “qiddush ha-Shem” (“santificazione del Nome di D-o”), come martirio, e non tanto come “Ghevurah” (“eroismo reattivo”), come resistenza. Il sacrificio di quei martiri ha riconfermato il primato della Torah, dell’halakhà e delle mizvot. La Shoah, da questo punto di vista, è stata piuttosto causata dall’abbandono dell’osservanza religiosa da parte di molti ebrei, che si sono ribellati sia alle nazioni con la violenza (diventando rivoluzionari), sia alla Torah e alle mitzvot (aderendo all’haskhalà), diventando sionisti e rigettando l’attesa e la redenzione messianica, “salendo con la forza sul muro” (Gerusalemme). In questa prospettiva, in conseguenza del decreto divino dell’esilio, non è compito del popolo ebraico fare giustizia dei suoi persecutori. Questo compito spetta all’Onnipotente. Gli ebrei dovrebbero accettare la volontà dell’Onnipotente e santificarne il Nome, e cercare di migliorare spiritualmente, eliminando dal comportamento le trasgressioni che possono aver causato la sofferenza del popolo di Israele.

Paolo Sciunnach, insegnante

(5 maggio 2014)