Qui Torino – JNet: professionalità e rigore morale per costruire il nuovo web
Il web e noi: minoranze, opportunità, demenza digitale e veleni. Guardarsi negli occhi per ragionare sul presente e sul futuro della rete. “The Jewish State of the Net” il seminario organizzato dalla redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane lancia la sfida, partendo dal dato che, a fronte delle importanti opportunità offerte dai nuovi media, esiste il lato oscuro della rete, luogo in cui gli utenti perdono ogni senso di responsabilità, dove il dibattito si svilisce e pregiudizi, odio e calunnie circolano impuniti.
Con l’ospitalità del Circolo dei Lettori, a confrontarsi nella prima giornata dell’appuntamento organizzato in collaborazione con la Comunità ebraica di Torino e il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Gionata Tedeschi della società di consulenza Accenture, Paolo Salom della redazione Esteri del Corriere della Sera, il giornalista di Radio 24 Luca Spetia, Luca Negro, direttore del settimanale Riforma.
“Oggi esistono molti canali da utilizzare: carta, web, social network. Ma il rischio è quello di mantenere un approccio frammentato. E invece gli utenti si trovano contemporaneamente su tutti e possono essere raggiunti in modo integrato: così oggi l’obiettivo dovrebbe essere quello di sviluppare un approccio multimodale – ha sottolineato Gionata Tedeschi – I giornali possono fare molto, abbracciando l’intera catena di valore che sta intorno alla notizia, non solo informare, ma formare”.
Per chi si impegna nel campo dell’informazione di qualità, la sfida è anche garantire la sostenibilità economica.
“Come si integra carta stampata, online, esigenza di guadagno?” l’interrogativo da cui è partito Salom, nel passare in rassegna una serie di modelli proposti da grande testate internazionali, che iniziano oggi a dare i primi frutti, ancora con molte incognite.
Un’occasione di riflessione sull’esperienza della redazione e il suo impegno sui vari fronti, i tre mensili cartacei Pagine Ebraiche, Italia Ebraica e DafDaf, la trattazione della rassegna, i notiziari quotidiani online Bokertov e Pagine Ebraiche 24, l’edizione internazionale settimanale in lingua inglese, la presenza sui social network, la formazione, è stato l’intervento di Luca Negro, che ha spiegato il percorso intrapreso da valdesi e protestanti in Italia sull’informazione, anche ispirato a quanto realizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane “perché è un modello che ha saputo rivolgersi alla società italiana, oltre a dare un importante servizio nell’ambito del mondo ebraico”.
“La rete non è un luogo altro rispetto alla realtà, è una sua prosecuzione” la premessa fondamentale di Luca Spetia nell’approfondire i fenomeni del web e in particolare la loro degenerazione, anche legata alla comunicazione politica. “Se qualcuno, spesso addirittura con nome e cognome, scrive insulti antisemiti o razzisti e riceve l’apprezzamento di un certo numero di utenti, va a costituire un caso equivalente al trovare in piazza una persona che afferma le stesse cose sostenuto da molti seguaci. Un fenomeno simile a quello degli insulti contro i politici. E invece oggi si ragiona come se il web fosse un luogo privo di regole”.
Darsi dei principi, smontare con la qualità dell’informazione le falsità presenti in rete, promuovere la cultura e l’educazione, le vie, non facili, da percorrere per combattere la demenza digitale, l’uso distruttivo e deresponsabilizzato dei nuovi media. Senza mai perdere di vista un elemento fondamentale: il web offre straordinarie opportunità e ha reso possibile aprire orizzonti mai pensati prima. Per l’informazione, per le minoranze, per la società.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(6 maggio 2014)