Meridione…
Oggi voglio dare i numeri.
Fonti ufficiali del Dec mi dicono che dopo la riunione di Consiglio allo Shabbat del Moked hanno partecipato 290 persone, bambini compresi e circa 80 ragazzi riuniti nell’hotel poco lontano da quello dedicato alle famiglie. I partecipanti venivano da ogni parte di Italia. In numero consistente da Roma, Bologna, Firenze, Milano, Venezia, Padova ovvero da luoghi dove storicamente le presenze comunitarie sono ben radicate ed organizzate. Nessuno però ha notato che tra i 290 adulti c’erano 20 persone arrivate dal profondo sud Italia così come 3 degli 80 ragazzi venivano da Catania, Taranto, Gioiosa Ionica. Si tratta delle persone raggiunte e coinvolte dal progetto Meridione e da Shavei Israel. Si tratta del nuovo confine dell’ebraismo italiano che non può continuare ad ignorare, storicamente, culturalmente ed halachicamente il nostro Sud, dato che quasi il 10% per cento dei partecipanti al Moked veniva da Taranto, Brindisi, Cosenza, Catanzaro, Gioiosa Ionica, Monasterace, Catania. Luoghi che ufficialmente non registrano una presenza ebraica e non hanno comunità. Potremo quasi dire che un fantasma ebraico si aggira per l’Italia: il sud. Sta a noi rabbini, presidenti, educatori decidere se chiudere gli occhi o agire per conto di questa realtà che non è più virtuale se al tisch chassidico così ben guidato venerdì sera da Rav Igal Hazan hanno partecipato tutti: tripolini, persiani, romani, sefarditi ed un solo ashkenazita. Igor Avigdor Vishniewsky di Gioiosa Ionica, Calabria.
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
(9 maggio 2014)