Qui Torino – Le scelte di Milena, Natalia e Rita
È ispirata alle grandi figure femminili del Novecento la collana ‘Donne toste’ lanciata dalla casa editrice Effatà. Nello spazio dedicato agli autori la presentazione dei primi tre volumi dedicati a Milena Jesenská, Natalia Ginzburg e Rita Levi Montalcini (quest’ultimo in via di pubblicazione). Con le autrici – rispettivamente Donatella Sasso, Giuliana Racca e Sarah Kaminski – la direttrice della collana Maria Teresa Milano e due donne “toste” di oggi: Maria Caramelli, direttrice dell’Istituto zooprofilattico del Piemonte, e suor Giuliana Galli, vicepresidente del comitato esecutivo della Compagnia di San Paolo. A moderare gli interventi Maria Teresa Martinengo.
“L’impressione – ha spiegato Milano aprendo l’incontro – è che le donne che hanno fatto scelte coraggiose nella vita non abbiano suscitato sufficiente clamore nell’opinione pubblica. È invece importante trovare dei modelli, sopratutto le nuove generazioni, perché queste storie ci danno coraggio”. Questa quindi la sfida della collana, che per i primi tre lanci ha pensato figure di fama diversamente ma comunque intensamente legate al mondo ebraico. In La terribile ragazza di Praga, di cui trovate un approfondimento sull’ultimo numero di Pagine Ebraiche, Sasso racconta la vita di Milena Jesenská, giovane segnata da una difficile infanzia borghese che intesserà una profonda connessione con Franz Kafka e che, in virtù della sua militanza comunista e delle sue azioni a sostegno degli ebrei perseguitati, finirà per essere catturata dai nazisti e deportata nel campo di Ravensbruck dove morirà dopo una lunga e sofferta prigionia. “Perché leggere questo libro? Perché Milena – la riflessione della Sasso – non si arrende di fronte alle difficoltà e questa forza la porta persino nel luogo del dolore estremo”. La forza d’animo, le straordinarie capacità intellettuali a unire anche le figure di Natalia Ginzburg e Rita Levi Montalcini, entrambe figlie di quella borghesia ebraica torinese che avrebbe lasciato un segno profondissimo nel ventesimo secolo. Nello scrivere La forza delle parole, Racca racconta di essersi ispirata “alla donna che voglio diventare, così simile in alcune caratteristiche a mia nonna”. Ricchissima l’antologia relativa alla scienziata, premio Nobel per la Chimica nel 1986. Kaminski, nell’approcciare un personaggio ancora così attuale, ha scelto una prospettiva più intima e legata al suo rapporto con le origini. “A incuriosirmi è stata Rita nel privato e così, anche in considerazione di alcune amicizie intrattenute con la famiglia, ho deciso di raccontarla da un punto di vista diverso: Rita e la sua ebraicità, una prospettiva non così approfondita per un personaggio che appartiene a Torino e all’Italia intera”.
(9 maggio 2014)