Qui Roma – Per fare tutto ci vuole un fiore
La volontà e la tenacia possono portare a grandi risultati, soprattutto quando incontrano esigenze reali e importanti. Alle scuole superiori della Comunità ebraica di Roma dall’inizio del corrente anno scolastico alcuni ragazzi sono parte di un progetto di inclusione che è stato chiamato “Per fare tutto ci vuole un fiore”. Il programma, che ha visto la collaborazione di varie istituzioni romane, li ha portati – pur nella consapevolezza delle loro difficoltà – a sviluppare sia competenze sociali e relazionali che ad affrontare un percorso di avvicinamento al mondo del lavoro. Come ha sottolineato Loretta Kajon, assessore alle Politiche per la disabilità della Comunità ebraica di Roma, “La scuola è un luogo di inclusione, ma tutti noi guardiamo con grande preoccupazione al futuro di questi nostri ragazzi: cosa succederà quando finiranno il percorso scolastico?”. Proprio per cercare di rispondere a questa domanda è stato elaborato il progetto: grazie alla collaborazione dell’assessorato alle Politiche per la disabilità con Ruth Dureghello, assessore alle Scuole, e con rav Benedetto Carucci, preside del liceo ebraico, si sono sviluppate negli scorsi mesi molteplici iniziative di avvicinamento al mondo professionale in ambito florovivaistico. Due insegnanti di sostegno hanno lavorato settimanalmente sin dall’inizio dell’anno scolastico con il gruppo di ragazzi, che hanno partecipato a un percorso di formazione insieme all’Orto Botanico. E il laboratorio messo a disposizione dalla scuola li ha poi visti mettere in pratica quanto appreso, coltivando, piantando, moltiplicando. E uno dei genitori ha raccontato la gioia di trovarsi per una volta a imparare dalla propria figlia che “Mi ha spiegato tantissime cose sulle piante grasse, di cui non avevo la benché minima idea”.
Con l’aiuto del Keren Kayemeth LeIsrael, per Tu Bishvat, i ragazzi hanno messo già in pratica alcune delle cose apprese, sia lavorando a un banchetto di cui hanno curato anche l’allestimento, che facendo crescere le piantine. Con l’Istituto tecnico-agrario Enzo Sereni, contattato grazie alla Consigliera dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Daniela Pavoncello, coordinatore della Commissione UCEI Scuola, Educazione e Giovani, è stato poi sviluppato un protocollo che è stato firmato nei giorni scorsi e che porterà ad ampliare la preparazioni professionale dei ragazzi sulla filiera alimentare. Nei mesi prossimi frequenteranno settimanalmente l’istituto, che opera anche nell’ambito delle coltivazioni biologiche e ha mostrato un particolare interesse per sviluppare a sua volta competenze sulla kasherut.
A chiudere il cerchio una buona notizia, che arriva dal presidente della Comunità romana, Riccardo Pacifici: la disponibilità di una grande tenuta agricola vicino alla capitale permetterà probabilmente nei prossimi mesi di rispondere a molte esigenze soprattutto di alcune fasce più deboli della comunità, anche dal punto di vista abitativo. Sarà forse anche possibile utilizzare la tenuta come sede di lavoro per i ragazzi del progetto “Per fare tutto ci vuole un fiore”, che una volta adeguatamente formati potrebbero costituire una cooperativa sociale florovivaistica, al servizio della comunità. E questo, per l’assessore Kajon “sarebbe un sogno che si avvera”.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(11 maggio 2014)