Ticketless – Le false voci
A margine del seminario sui social network, l’informazione elettronica e la demenza digitale organizzato dalla redazione di pagine Ebraiche vorrei soffermare l’attenzione su una forma specifica di “demenza digitale”. Quella delle “false voci”. Un negazionismo in scala minore, non meno inquietante. Fra le false voci che ho rintracciato vi è la descrizione dei funerali dello storico Renzo De Felice, voluti in forma privata dalla famiglia (26 maggio 1996). In rete circola voce che alle esequie “si radunarono centinaia di teste rasate i camicia nera”. Si parla di “saluti romani, canti di guerra del fascismo, bandiere e slogans” che avrebbero accompagnato la cerimonia. Siccome la calunnia è un venticello, dalla rete la voce è stata raccolta per buona da storici ragguardevoli. Lo denuncia, in modo pacato, ma giustamente irritato, uno dei migliori allievi di De Felice (sull’ultimo fascicolo di “Mondo contemporaneo”, 2-1013, p. 176). Siccome Renato Moro era presente a quel funerale – dall’abitazione di via Cesari al cimitero di Prima Porta – ci dice di non aver “ visto né mai saputo nulla di tutto ciò”. La comunità degli storici è giustamente preoccupata per il cumulo di demenza circolante in rete, il tema è stato dibattuto in un recente convegno Sissco. Un tempo si studiavano le false voci che circolavano in tempo di guerra, ora, in tempo di pace, ci si deve difendere dalle false voci che circolano sui social networks.
Alberto Cavaglion
(14 maggio 2014)