Qui Roma – Luci spente per la solidarietà
Sono le nove spaccate quando le luci del Colosseo tornano a spegnersi per la libertà di coscienza e la dignità di ogni singolo individuo nel mondo. Un messaggio veicolato attraverso l’evento ‘Colosseo a luci spente’ promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Comunità ebraica di Roma, con il supporto di Roma Capitale, per manifestare solidarietà a tutti i cristiani vittime di persecuzione. L’invito è raccolto da oltre un migliaio di partecipanti. Numerosi gli interventi che si susseguono sul palco: dal fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi al presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici, dal direttore del Corriere della sera Ferruccio De Bortoli al vicedirettore del Tg1 Raffaele Genah. Dedicato al concetto di libertà, tema centrale dell’evento, il saluto di Pacifici. “Se oggi gli ebrei italiani hanno finalmente riconquistato la loro libertà lo si deve principalmente a due motivi. La Costituzione, che garantisce pari dignità a tutti i cittadini. I progressi del dialogo ebraico-cristiano, con le nuove iniziative che abbiamo annunciato anche in occasione della beatificazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII. Dalla cessazione dell’accusa di deicidio in poi – ha ricordato Pacifici – gli ebrei hanno riconquistato pieno rispetto in tutto il paese tanto che oggi siamo considerati la miglior medicina contro razzismo e xenofobia”.
La parola anche al direttore del giornale comunitario Giacomo Kahn, al vicepresidente dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia Alberto Funaro (che legge un messaggio del rabbino capo Riccardo Di Segni) e a due testimoni delle violenze: Alganesh Fessaha, presidente dell’associazione Gandhi, che racconta la tratta degli schiavi (in larga misura donne e bambini) nel deserto del Sinai; uno studente cristiano di Aleppo arrivato in Italia un mese prima dello scoppio della guerra civile che sta insanguinando la regione. A concludere la serata è il sindaco di Roma Ignazio Marino, che officia lo spegnimento dell’anfiteatro Flavio mentre le luci delle fiaccole iniziano a brillare nel tramonto della Capitale. “Dobbiamo combattere contro l’indifferenza e informare l’opinione pubblica il più possibile. Ringrazio quindi Tg1 e Corriere della sera – ha affermato il primo cittadino – per aver coperto con grande intensità l’appuntamento odierno”. Di lotta all’indifferenza aveva parlato, con parole molto chiare, anche il direttore De Bortoli. Nel suo intervento è stata infatti richiamata la grande scritta ‘Indifferenza’ (proposta dalla testimone Liliana Segre) che accoglie i visitatori del Memoriale della Shoah di Milano. Un messaggio che va oltre la persecuzione antiebraica con chiavi e spunti di riflessione di drammatica attualità. Tanto che il giornalista lancia l’allarme: “Il silenzio, in alcuni casi, può trasformarsi in complicità”.
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(16 maggio 2014)