“Gli intolleranti siete voi”
Il collega Giulio Meotti è autore di un libro (“Ebrei contro Israele”, Belforte editore) coraggioso e significativo che sta suscitando un vivace dibattito. L’ho letto con grande interesse e ne consiglio a tutti la lettura, anche se a mio avviso la pretesa dell’autore di interpretare il mondo ebraico con una logica che ebraica non è ne compromette il risultato. È una vergogna e una sconfitta per l’ebraismo italiano che sia lo stesso autore a dover difendere da solo il suo libro, mentre tanti altri, nel vicolo cieco del teppismo dei social network e della demenza digitale, non riescono nemmeno a mettere in fila un paio di frasi compiute. Sono per questo molto onorato di pubblicare il testo che mi ha fatto pervenire, così come mi auguro che Meotti possa proseguire con coraggio, competenza e amore per la libertà d’espressione il proprio lavoro. Il fatto che non mi ritrovi necessariamente nelle sue affermazioni, che credo siano in parte infondate, ma in parte invece molto vere, non fa che aumentare l’orgoglio della redazione di averlo ospite e l’augurio che da un confronto sincero fra sensibilità diverse possano nascere, come spesso avviene nel mondo ebraico, nuove consapevolezze e nuove amicizie.
gv
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Da due settimane il vostro organo di informazione, specchio e voce delle comunità ebraiche italiane, è impegnato in una campagna quotidiana contro il mio nuovo libro “Ebrei contro Israele” (Salomone Belforte Editore).
Pensavo che l’ebraismo fosse contrassegnato dai valori del pluralismo e della libertà, che fosse la religione del libro. Non mi sbagliavo. Siete voi a dimostrarvi indegni di quella tradizione millenaria.
In ordine, e magari ne perdo qualcuno, su Moked e Pagine Ebraiche la professoressa Anna Segre ha paragonato il mio libro alla rivista di Telesio Interlandi “La difesa della razza”; l’anglista Dario Calimani mi chiama “inquisitore”; la storica Anna Foa spiega che “con amici così, gli ebrei non hanno bisogno di nemici”; David Bidussa afferma di sentirsi moralmente “superiore” al mio libro; infine lei, direttore, anziché gestire dibattiti, mette al bando il libro definendolo una “lista nera”.
Ho dimenticato di citare il bravo storico Sergio Luzzato, lo stesso che promosse le “Pasque di sangue” di Ariel Toaff, e che domenica sul Sole 24 Ore ha definito il mio libro un “libello”, neanche fossero le Bagatelle per un massacro di Céline.
Inviterei questi cosiddetti “intellettuali” ebrei a riflettere sul fallimento delle loro idee, dei loro proclami, delle loro battaglie, e quanto danno abbiano causato queste a Israele e al popolo ebraico. Anche di questo parla il libro, di come generazioni di intellettuali ebrei, italiani, francesi, americani, inglesi, tedeschi, polacchi e persino israeliani abbiano portato attacchi immorali e ipocriti al sionismo e a Israele. Rispondete a questo, anziché bruciarmi in effigie.
Mi sorprende, infatti, che in molti degli interventi su Moked, dove si ammette di non aver letto il libro, il mio nome non venga neppure evocato, quasi a volerlo esorcizzare, a volerlo espuntare dalla lista dei vivi. Mi ricordate Papa Gregorio IX che consegnò il Talmud alle fiamme nel 1239.
Il libro può essere criticato e attaccato, persino ignorato. Ma farne un feticcio da abbattere, trasformarlo nel sintagma del male, significa dimostrare intolleranza ideologica e analfabetismo.
Giulio Meotti
(19 maggio 2014)