Nugae – Non questa domenica
Anche per chi avrebbe sempre qualcosa da dire, la domenica è un giorno che si presta particolarmente alla scrittura, con l’eredità di pensieri della settimana e dello shabbat appena conclusi che convive proficuamente con l’inerzia da negozi chiusi. Non questa domenica. A questa domenica è più adatta una pagina bianca. Eppure era stata una gran bella settimana. In modo persino strillato, con le piazze di Milano e Tel Aviv gremite di bandiere e tifosi che festeggiavano il Maccabi campione e la passerella del Festival di Cannes di lustrini e artisti impegnati che parlavano di valori e libertà. Ma quando ci si risveglia dopo un evento come quello di ieri al Museo Ebraico a Bruxelles, tutto sembra inappropriato. È evidente che non è il momento adatto per rovesciare sul mondo fronzoli travestiti da perle di saggezza antica, ma allo stesso tempo perché illudersi che commentare con gravità sia meglio? È una di quelle orribili occasioni in cui in ogni caso qualunque parola è priva di senso. L’afasia diventa dunque l’unica cosa contemporaneamente naturale e opportuna. È allo stesso tempo un imbarazzo e un sollievo, anche se a quanto pare colpisce poche persone. Le uniche cose che dovrebbero essere nell’aria sono le vibrazioni silenziose di sconforto e di un cellulare che non smette di squillare alla ricerca dell’irrazionale conferma che io sia incolume. Sono sana, salva e scossa, storie come questa fanno sempre male al cuore. Ma quando si svolgono a dieci minuti a piedi da casa di più, senza un vero motivo come d’altra parte senza un vero motivo avvengono. Fa venire i brividi. Ecco, non si può dire altro. Non questa domenica.
Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche twitter @MatalonF
(25 maggio 2014)