Tea for two – Tra botta e dolore
Una volta ho letto una frase di David Grossman che suonava più o meno così: “C’è una pausa che intercorre tra il momento nel quale apprendi una brutta notizia e il momento nel quale ne afferri il senso; l’intervallo tra la botta e il dolore”. Ho amato talmente tanto queste parole da appuntarmele in un quadernino scalcagnato finito chissà dove. Ieri tornavo a casa in metropolitana appena finito Shabbat, imprecando perché credevo di aver perso il bancomat e di fretta perché uscivo con una collega. Guardando distrattamente il cellulare dentro il gruppo di whatsapp sul quale solitamente le mie amiche ed io commentiamo idiozie di ogni sorta, mi rendo conto che scrivono qualcosa riguardo un attentato. Ecco, in quel momento ho perso l’equilibrio, se non fisico, interiore. Mentre tentavo di ricostruire lucidamente l’accaduto, mi sono resa conto di non sapere cosa fare e dove andare. La prima cosa che ho pensato è stata: “Come farò lunedì ad andare a lavoro? A dar retta agli altri?”. Mi chiedo davvero perché tra tutte le miriadi di ansie, abbia fatto capolino proprio questa: l’incapacità di figurare la propria vita come la si è sempre vissuta. Lo sappiamo tutti che poi la vita vince, che poi, egoista e fiera, tira avanti. L’intervallo tra la botta e il dolore però non si scorda tanto facilmente.
Rachel Silvera- studentessa
(26 maggio 2014)