Qui Roma – Aldo Efrati, il ricordo dei rabbini
Un Maestro, un modello di vita, un punto di riferimento. È il commosso omaggio che la Comunità ebraica di Roma ha voluto rendere, a 20 anni dalla scomparsa, al parnas Aldo Efrati. Chiamati a testimoniarne la centralità nella vita comunitaria sono stati otto rabbini, intervenuti ciascuno con una breve lezione dedicata a diversi aspetti di vita ebraica con riferimento alle norme del Beth Hakenesseth, il Tempio che è centro propulsivo di tradizioni, cultura, condivisione di valori.
Organizzato dai familiari, il limmud in memoria di Efrati si è svolto nei giardini del Tempio Maggiore cogliendo le tante sfumature di un personaggio che ha attraversato gli anni difficili della ricostruzione per vivere, da protagonista, i primi passi della rinascita e dare il proprio contributo ad aggregare una Comunità ferita ma allo stesso tempo protesa verso il futuro.
La gratitudine per l’esempio offerto da Efrati è così arrivata dalle parole del rabbino capo Riccardo Di Segni e dai tanti Maestri che sono intervenuti: il vicepresidente dell’Assemblea rabbinica italiana Alberto Funaro, rav Scialom Bahbout, rav Roberto Colombo, rav Benedetto Carucci Viterbi, rav Alberto Sermoneta, rav Umberto Piperno e il sofer Amedeo Spagnoletto. A legare nella narrazione i loro omaggi uno dei figli del parnas, il maskil Cesare Efrati, che è anche curatore del volume “Le norme del Beth Hakenesseth” distribuito a tutti i presenti.
“Il Tempio Maggiore – racconta Cesare – è stato il luogo in cui mio padre ha pregato per se stesso e per gli altri facendo da hazan e shaliah zibbur per oltre 40 anni e il luogo in cui, continuando la tradizione della sua famiglia, del padre Cesare e di suo nonno (Gad Volterra) prima di lui, come parnas, ha cercato di raccogliere fondi e offerte per mantenere le tradizione millenarie, e per aiutare le famiglie in difficoltà economiche”.
a.s twitter @asmulevichmoked