L’Italia dei Cinquestelle
Europa e Italia. Politica e antipolitica. Elezioni e democrazia diretta. Un libro per riflettere sull’attualità e sul futuro del paese nella prospettiva di coloro che si riconoscono nel Movimento 5 Stelle, pubblicato nei giorni in le istituzioni europee cambiano volto con una forte affermazione delle forte populiste e di destra in tutta Europa, che hanno invece conosciuto ,in Italia, un arretramento rispetto alle aspettative. “I Purissimi: I nuovi vecchi italiani di Beppe Grillo” scritto dallo storico sociale delle idee David Bidussa per Zoommacro Feltrinelli è stato presentato alla Casa della Cultura di Milano con la partecipazione, oltre che dell’autore, del direttore dell’istituto Ferruccio Capelli, del sociologo Roberto Biorcio, dell’editorialista del Corriere Michele Salvati e del deputato del Partito democratico Emanuele Fiano.
“Questo libro rappresenta un’occasione importante per discutere di alcuni temi centrali della vita italiana, le radici dell’antipolitica, il nodo complesso del rapporto tra cittadini e Stato, anche alla luce del risultato che ci hanno consegnato le elezioni europee” ha introdotto la discussione Capelli.
“Trovo che il tragico errore di Grillo in questa campagna elettorale sia stata la scelta di non puntare sui temi europei come hanno fatto altri movimenti populisti nel continente, ma invece misurarsi sul terreno del referendum per il governo” il commento di Biorcio.
Particolarmente soddisfatto dell’esito delle urne si è detto Salvati, che a proposito del libro ha avvertito che a suo giudizio l’opera “rappresenta una critica etico-politica al Grillo-pensiero, ma non può essere usato per capire quello che è successo con le elezioni”.
“Io mi sono particolarmente ritrovato nell’analisi di Bidussa sulla natura del populismo e del Movimento 5 Stelle: espressione moderna di qualcosa di molto antico” ha sottolineato Fiano, che ha portato la sua esperienza di lavoro in parlamento con molti deputati grillini “persone serie e con cui è possibile avere un dialogo” ma ha esposto anche le sue critiche rispetto alla mancanza di processi democratici a contraddistinguere le decisioni del Movimento, “talvolta prese da uno solo, che nessuno ha eletto, talvolta da votazioni tra tutti i deputati, talvolta con consultazioni in rete”, e mettendo in rilievo il rapporto molto ambiguo tra il patrimonio del leader, quello del Movimento, e gli introiti del blog.
“Una cosa su cui penso Grillo abbia ragione è il rivendicare di aver saputo creare una comunità e una comunità che ha accolto una parte della protesta contro la crisi che avrebbe potuto sfociare in violenza anche se il modo in cui lo ha fatto non mi piace – ha concluso Fiano – Non penso che dichiarare di essere ‘oltre Hitler’ sia antisemitismo, ma mi fa molta impressione l’uso della storia completamente decontestualizzato. La potatura delle radici fa paura”.
“A mio parere nel Movimento 5 Stelle esiste un grande deficit democratico – ha sottolineato Bidussa – Spiegare tutto attraverso la teoria del complotto significa creare un meccanismo in cui gli avversari non si ascoltano, si eliminano. Questo ci insegna il passato e a questo serve studiare la storia”. L’autore si è soffermato anche su una analisi del voto europeo, e sulla natura delle forze di estrema destra che più si sono affermate nei rispettivi paesi, l’Ukip in Gran Bretagna e il Front National in Francia.
“Le parole contano, pesano, non sono inerti – il monito lanciato da Bidussa – Chi crede che le parole non contino e non pesino, mi preoccupa assai. Io credo fortemente che la storia vada guardata nella dimensione del lungo periodo e serva capire il presente. In Italia non conta solo chi ha governato, ma anche ciò che è ed è stata la cultura dell’opposizione e dell’antipolitica. Se tu fai parte di questo paese, devi prenderti la responsabilità di spiegare cosa vuoi farne, nei particolari, non solo che il futuro sarà migliore fidando sul fatto pubblico ci creda per indottrinamento, e non per comprensione. È questa tendenza ad accontentarsi che mi spaventa dell’elettorato 5 Stelle. Perché essere diffidenti, in politica, non è mai un difetto”.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked
(1 giugno 2014)