Bruxelles, al via la missione del WJC Gattegna: “L’Italia farà la sua parte”

Sono i nervi saldi e la ricerca dell’equilibrio nell’azione e nel giudizio, è la solidarietà interna al mondo ebraico, è la stretta intesa con le autorità dei governi nazionali e con l’esecutivo europeo, il cardine del paziente lavoro che attende le istituzioni ebraiche nella difficile stagione che stiamo attraversando. E l’ebraismo italiano, piccolo nei numeri, ma grande nei valori e nelle esperienze che testimonia, è pronto a fare la sua parte.
Sono queste le prime valutazioni del Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche, Renzo Gattegna, impegnato nelle scorse ore a rappresentare l’ebraismo italiano nel quadro della missione di solidarietà del Congresso Mondiale Ebraico guidata dal presidente WJC Ronald S. Lauder.
“L’arresto del probabile attentatore, le dinamiche che sembrerebbero emergere in modo inquietante sullo sfondo dei drammatici fatti di Bruxelles – afferma Gattegna – sono la prova di quanto sia imprescindibile, da parte di tutti, prendere coscienza del pericolo che ci troviamo di fronte e investire con forza in iniziative volte a difendere e mettere in sicurezza tutti i cittadini d’Europa”.
Numerose le comunità nazionali rappresentate. A fianco del presidente Lauder e dei suoi collaboratori, oltre a Gattegna, sono infatti presenti i leader ebraici di Stati Uniti, Canada, Russia, Ucraina, Lituania, Gran Bretagna, Francia, Belgio, Svizzera e Olanda. Presenti inoltre una delegazione da Israele e della Conferenza Europea dei rabbini.
Obiettivo dell’iniziativa sensibilizzare e fare pressione sui governi sul tema dell’antisemitismo.
La fitta agenda di incontri ha visto i partecipanti accanto al presidente del Museo ebraico del Belgio colpito dal vile attentato antisemita che è costato la vita a quattro persone, Philippe Blondine. Nelle ore seguenti la delegazione è stata impegnata a fare il punto della situazione politica europea con l’ambasciatore di Israele presso l’Unione europea David Walzer.
Ha preso quindi avvio un serrato giro di incontri con i massimi esponenti dell’esecutivo belga e della Casa reale del Belgio. Il primo a ricevere la delegazione ebraica internazionale è stato il ministro degli Esteri e vicepremier Didier Reynders, che si trovava a pochi passi dal museo al momento dell’attacco terroristico ed è stato fra i primi a dare l’allarme e a prestare soccorso.
Ma la delegazione è stata anche a confronto con il Primo ministro belga Elio Di Rupo e con le altre massime autorità nazionali del paese europeo che è sede dell’esecutivo europeo, fra cui il capo di gabinetto e il consigliere diplomatico del Re del Belgio, Franz Val Dael e Pierre Cartuyvels.
Molto atteso anche l’incontro con il presidente del Comitato di coordinamento delle organizzazioni ebraiche che operano in Belgio Maurice Snowsnowski, il quale si trova in queste settimane ad affrontare una situazione di estrema gravità e delicatezza.