Qui Firenze – Cultura per tutti, formato Limmud
“La Comunità che desideriamo, la leadership e i rabbini che vorremmo. Riflettere sul nostro sogno può aiutarci a cambiare noi stessi e le nostre realtà?”. “Cinque donne raccontano che cosa ha significato per loro poter ascoltare e far ascoltare la propria voce in sinagoga, a contatto con il testo biblico e liturgico. Quali lunghe strade le hanno condotte fin qua?”. “La storia degli ebrei di San Nicandro Garganico attraverso i ricordi personali di Carmela, l’incontro con gli ebrei di Milano, lo studio, il percorso verso la dignità. Un’intervista”.
“In uno dei primi grandi capolavori letterari di questo secolo, tutti i seimila italiani scomparsi nella Shoah si riaccendono. Daša Drndić firma un grande romanzo e riapre la strada della Memoria viva”. Piccoli assaggi provenienti direttamente dalla guida al “Limmud Italia Day” che si è svolto a Firenze negli scorsi giorni, per raccontare l’occasione rappresentata dalla conferenza ispirata alla grande organizzazione nata in Regno Unito negli anni ’80 e dedicata all’educazione ebraica in tutte le forme e sfumature.
Così, ad animare le sessioni, fino a cinque in contemporanea, per garantire a tutti la scelta più incline ai propri gusti (ma anche la possibilità di scoprire qualcosa di assolutamente nuovo) sono stati partecipanti giunti da tutta Italia e dall’estero, pronti a portare le proprie competenze e passioni all’interno della formula Limmud. Così a discutere di leadership e Comunità sono stati, tra gli altri, il direttore del dipartimento Educazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane rav Roberto Della Rocca in un dialogo con la presidente della kehillah fiorentina Sara Cividalli, ma anche il chair di Limmud Kevin Sefton, il ruolo della donna nell’ebraismo non è stato oggetto soltanto del panel a cinque protagoniste “Uscì una voce-figlia e disse…” animato da Ilana Bahbout, Miriam Camerini, Shulamit Furstenberg, Martina Loreggian, Nizan Stein Kokin, che hanno raccontato la propria esperienza in diversi mondi e denominazioni ebraiche, ma anche nell’approfondimento sulla figura di Serah bat Asher, nipote di Giacobbe offerto da Nizah Deborah Stein Kokin e sui personaggi femminili del Talmud proposto da David Piazza, e ancora sul concetto di “pace familiare” tenuto dal rabbino capo di Venezia Scialom Bahbout.
Spazio anche al dibattito sullo Stato ebraico: tra gli altri il giornalista Stefano Jesurum ha parlato di “Diaspora e Israele – Silenzi, coraggio, paure, conformismo”, Daniele Radzik di Theodor Herzl, Maria Grazia Enardu di “Politica estera di Israele oggi”.
E poi ancora tanti quadri vivi della ricchezza culturale che tutto ciò che c’è di ebraico ha da offrire: la straordinaria storia di San Nicandro con Alisa Luzzatto Bidussa, Carmela Iannacone, Luigi Rubino, poi l’opera di un’autrice croata, Daša Drndić, che sa fare dei suoi libri degli autentici pilastri della Memoria su cui costruire il futuro, nelle parole del coordinare dei dipartimenti Informazione e Cultura dell’UCEI e direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale, la rinascita di una Comunità a Londra nel XVII secolo illustrata dalla storica e coordinatrice del Corso di laurea in Cultura ebraica UCEI Myriam Silvera, poi musica, danze, etica, filosofia, assaggi della storia e della vita ebraica fiorentina.
Cultura colorata di atmosfera Limmud, di voglia di mettersi in gioco, di scoprire nuovi stimoli e nuove persone. Con l’augurio di potersi ritrovare nel 2015, perché, come ha sottolineato il presidente UCEI Renzo Gattegna nel suo messaggio di saluto: “Aprire la strada a nuove maniere di stare insieme e a nuove e più attuali forme di conoscenza e di studio è la priorità di un ebraismo italiano che per garantire il proprio futuro e per tenere fede a una gloriosa identità plurimillenaria deve affrontare con coraggio il cambiamento e contemporaneamente deve restare fedele alle proprie radici”.
(3 giugno 2014)