Varsavia, nuovi alberi per la Memoria
“Un monito all’Europa affinché combatta ogni forma di razzismo e ogni ideologia totalitaria”. Così il presidente di Gariwo Gabriele Nissim nel presentare il Giardino dei Giusti inaugurato ieri a Varsavia vicino al luogo in cui sorgeva un tempo il Ghetto ideato dai nazisti come anticamera alla soluzione finale. L’iniziativa, celebrata con grande solennità, vede la luce grazie alla collaborazione tra Gariwo e il Comitato per il Giardino dei Giusti costituito lo scorso anno su iniziativa dell’ex primo ministro polacco Tadeusz Mazowiecki. Ad essere onorati quanti misero a rischio la propria vita durante la Shoah ma anche, ha spiegato Nissim, tutti quelli che nel mondo “lottano contro i totalitarismi e per la prevenzione dei genocidi”. Significativa la data scelta per l’inaugurazione. Nelle scorse ore cadeva infatti il 25esimo anniversario delle prime elezioni semi-libere del paese, il 4 giugno del 1989. Una ricorrenza ricordata anche dal presidente statunitense Barack Obama nel discorso tenuto ieri a Varsavia in cui non sono mancati accenni al periodo delle persecuzioni e all’eroismo dimostrato in quella circostanza dai combattenti ebrei segregati nel cuore della capitale e negli altri focolari di resistenza.
Nel solco di quanto avviene nel giardino milanese al Monte Stella sono stati così piantati sei alberi in memoria di altrettanti personaggi che hanno segnato il ventesimo secolo: Marek Edelman, vicecomandante dell’insurrezione nel Ghetto di Varsavia “che ha dedicato la vita all’impegno civile in favore dei più deboli e in difesa della libertà”; Jan Karski, emissario dello Stato clandestino polacco “che ha tentato invano di far conoscere al mondo lo sterminio degli ebrei”; Magdalena Grodzka-Guzkowska, soldato dell’esercito clandestino polacco “che ha salvato molti ebrei del Ghetto”;Tadeusz Mazowiecki, politico “che per protesta contro la passività del mondo ha rimesso il suo incarico ONU in Bosnia-Erzegovina”; Antonia Locatelli, missionaria italiana “che ha perso la vita per denunciare il genocidio dei Tutsi in Rwanda; Anna Politkovskaja, giornalista russa “uccisa per le sue inchieste sugli orrori della guerra in Cecenia”.
“Piantare un albero per questi uomini – ha sottolineato Nissim – significa dire un grazie e assumersi un impegno personale per non dimenticarli e farli conoscere alle prossime generazioni come un esempio di vita. Il segno morale che hanno lasciato nella loro esistenza, quando in solitudine si sono comportati come Antigone e hanno sfidato le leggi ingiuste degli uomini, non si esaurisce nel loro tempo, ma può essere raccolto in una staffetta infinita, a cui tutti noi possiamo partecipare. Essi, infatti, continuano a vivere, quando in circostanze diverse, di fronte alle nuove sfide della vita, i contemporanei replicano in modo sempre nuovo e inaspettato i loro insegnamenti”.
Ad intervenire anche Zbigniew Gluza, presidente del Comitato per il Giardino dei Giusti di Varsavia, e il sindaco della capitale polacca Hanna Gronkiewicz- Waltz. A seguire ricevimento presso l’ambasciata italiana e, a conclusione della giornata, tavola rotonda sul valore dei Giusti al Museo della Storia degli Ebrei Polacchi con interventi di Gabriele Nissim; Marc-Henri Fermont (familiare dell’ex presidente della Commissione dei Giusti di Yad Vashem Moshe Bejski); Konstanty Gebert, corrispondente di guerra e scrittore; Maria Wiernikowska, corrispondente di guerra; e Tomasz Jastrun, giornalista e poeta. Numerosi i sostenitori dell’iniziativa. Tra quanti hanno voluto accogliere con soddisfazione l’apertura del giardino Gadi Schonheit che, in un messaggio inviato a Gariwo a nome della Comunità ebraica di Milano, ha sottolineato l’alto valore simbolico di questa apertura riproponendo l’insegnamento ebraico “Chi salva una vita, salva un mondo intero”.
Per maggiori informazioni è possibile consultare lo speciale pubblicato dalla redazione di Gariwo sul sito http://www.gariwo.net
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(6 giugno 2014)