Di Segni: “Nessun giallo sulla mia assenza”
Se il Dialogo deve essere equilibrato deve tenere conto anche di qualche diversità d’opinione. Lo afferma il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni in una propria nota all’indomani della pubblicazione degli articoli apparsi sul Corriere della Sera, il Foglio e il quotidiano israeliano Haaretz che mettevano in evidenza la sua mancata partecipazione all’incontro di preghiera per la pace che si è svolto in Vaticano la scorsa domenica e ha visto fra gli altri anche la presenza del presidente israeliano Shimon Peres.
“Ho espresso – precisa il Rav – perplessità, ma anche delle speranze sulla impostazione dell’evento, ma se non c’è qualche diversità di visione che dialogo è”?
Tra l’altro è stato proprio il rav Di Segni a formare, su richiesta del consulente del rabbinato israeliano, la delegazione di tre membri italiani presenti all’evento, adattandola di continuo secondo i ruoli e le disponibilità. Anche i musicisti che hanno suonato negli intervalli sono stati cercati e segnalati dal Rav.
Nessun giallo quindi sull’assenza, solo un impegno molto precedente in altro luogo distante. “Un impegno programmato da mesi, mentre contemporaneamente si svolgeva in Vaticano l’incontro di preghiera con Peres e Abu Mazen, organizzato in una settimana”.
Nell’immagine il rav Di Segni mentre tiene, la scorsa domenica, il suo intervento sul ruolo del rabbinato romano al convegno internazionale organizzato dal dipartimento di Storia ebraica dell’Università Bar Ilan sui rapporti tra rabbinato e politica.
(11 giugno 2014)