Capire la società dopo il voto, sondaggisti a carte scoperte
I grandi istituti di ricerca italiani si mettono in gioco e dopo il terremoto delle elezioni politiche europee affrontano in pubblico un’analisi sulla credibilità, talvolta deludente, del loro sforzo di interpretare quello che accade. Per questo motivo proprio l’associazione di categoria Assirm, che riunisce tutti i protagonisti delle ricerche di mercato, sociali e di opinione, ha voluto una giornata di approfondimento dedicata alle Elezioni europee 2014: Un’analisi della performance e dell’utilizzo dei sondaggi d’opinione, organizzata con il dipartimento di Scienze sociali e politiche dell’Università di Milano. A fronte di oltre 600 sondaggi annui realizzati in Italia sull’orizzonte politico e sociale, i risultati apparentemente non sempre risultano all’altezza delle aspettative. E addirittura serpeggiano in alcuni ambienti anche sospetti su distorsioni pilotate dei risultati al fine di condizionare gli orientamenti degli italiani.
Conoscere gli orientamenti dell’opinione pubblica italiana, captare le sue speranze, le sue preoccupazioni e le sue inquietudini. Mentre l’Europa e l’Italia attraversano profonde e rapide mutazioni sociali e politiche, interpretare quello che sta effettivamente avvenendo e captare i segni del disagio è importante per tutti, ma soprattutto per le minoranze, che sono sempre più esposte e più sensibili nelle fasi di crisi e di grandi cambiamenti ma anche che hanno interesse di intervenire, di offrire un proprio contributo alla società di cui sono parte integrante.
Il terremoto delle recenti elezioni politiche europee, l’emergenza dei movimenti populisti, xenofobi, antieuropei e potenzialmente venati di intolleranza e di antisemitismo marcano pesantemente lo scenario attuale. E la situazione italiana, con le sue particolarità e le sue anomalie, non manca di preoccupare. La somma dei consensi attribuiti ai movimenti populisti supera infatti di gran lunga il picco raggiunto dai movimenti xenofobi nelle altre realtà europee.
Nella sua relazione di apertura, Maurizio Pessato, della presidenza Assirm e al timone della società di ricerche SWG ha puntato dritto a un’analisi dei successi e degli insuccessi dei sondaggisti. Il mercato delle ricerche è sovraffollato e vede all’opera istituti di diversa credibilità. E l’associazione che consorzia gli istituti più accreditati ha ovviamente interesse a difendere la qualità della ricerca.
D’altro canto proprio la SWG di Pessato ha appena compiuto in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane una delicatissima e vasta indagine sugli orientamenti dell’opinione pubblica italiana rispetto alla presenza e ai valori di cui la minoranza ebraica è depositaria. E nonostante i dati SWG riservati in possesso alla vigilia del voto della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane fossero molto più vicini al vero di quelli che venivano messi contemporaneamente in circolazione in maniera più o meno interessata da altri, Pessato si è ben guardato dal vantare una vittoria.
“Sembra – ha commentato – che di anno in anno si presentino, sul terreno dell’indagine pre-elettorale, situazioni sempre nuove e articolate in modo da sfidare le leggi della statistica.
Tuttavia le principali indicazioni del formarsi delle scelte dell’opinione pubblica, con poca precisione per il PD e il M5S, sono state approssimate dalla maggioranza degli istituti”.
”È ipotizzabile che utilizzo di diverse metodiche nella raccolta delle interviste – aggiunge – possa dare garanzie di ridurre quelli che sono i principali bias dal punto di vista delle risposte. È sempre più conosciuto, infatti, il comportamento del rispondente attraverso il telefono fisso, mobile e il panel on line e i vari limiti che si manifestano. Anche quest’anno si è presentato il tema della previsione del risultato o della descrizione dello scenario che si sta formando. Assirm ne ha già discusso pubblicamente due volte, negli ultimi anni, ma, su questo terreno, non si riesce a raffreddare gli animi; ne consegue che il dato non ammette margine d’errore né viene accolto il divenire delle situazioni. Alla fine al sondaggio viene chiesto più di quanto non possa dare. Ma a questo non c’è via di uscita se non cercare di fare al meglio il proprio lavoro”.
Dopo questa apertura si è aperto un vivace e stimolante confronto fra gli esperti del mondo accademico e professionale che tengono le chiavi interpretative della società. Successi, molto maggiori di quello che potrebbe apparire ai non addetti ai lavori, insuccessi, problemi che devono essere affrontati senza più incertezze da tutti gli attori che sono interessati a sapere, al di là delle ideologie chiuse e dei pregiudizi ideologici, cosa si muove nella società reale.
gv
(12 giugno 2014)