Qui Firenze – Il Balagan torna a cielo aperto
Le nuvole che lungamente si sono addensate sulla città e le piogge che hanno preceduto le ore dell’inaugurazione a qualcuno hanno fatto pensare “Balagan bagnato, Balagan fortunato”. Non c’è stato comunque bisogno di scrosci temporaleschi per accompagnare nel migliore dei modi l’apertura della seconda edizione del Balagan Cafè, il festival organizzato dalla Comunità ebraica di Firenze con direzione di Enrico Fink che la scorsa estate ha catalizzato, ogni giovedì pomeriggio, l’attenzione di una cittadinanza sensibile a proposte culturali e intellettuali di diverso genere.
“Non è semplice confermarsi quando si ha un grande successo alle spalle. Noi proveremo a fare di più: migliorare la logistica, proporci con nuovi stimoli, diventare sempre più protagonisti nel dialogo con tutta la cittadinanza”, spiegava il presidente della Comunità ebraica Sara Cividalli sull’ultimo numero di Italia ebraica. La prima giornata di Balagan, apertosi con una grande festa cui hanno preso parte i migliori talenti artistici della Comunità, ha confermato quanto forte sia la percezione e l’apprezzamento del modello Balagan in tutta Firenze. Oltre 600 le presenze registrate in via Farini. A fare gli onori di casa anche il rabbino capo Joseph Levi e il food director Jean Michel Carasso. Un indirizzo di saluto è inoltre arrivato dall’assessore comunale Cristina Giachi.
“Firenze, dalla cultura ebraica al mondo. Una città che cambia, mille colori per una nuova idea di cittadinanza”, si legge sul sito del festival (www.balagancafe.it). Tra gli ospiti di fama il musicista Shel Shapiro e l’attrice Stefania Sandrelli. A corredo una serie di eventi che promettono scintille con filo conduttore l’incontro, il movimento, il dialogo. Se ne avrà un assaggio particolarmente significativo giovedì 26 giugno con una serata dedicata alle diverse comunità del territorio, che in quella circostanza avranno la possibilità di raccontare il loro percorso e le loro specificità. Tra i progetti in cantiere la realizzazione di un seminario di danze con una prestigiosa compagnia internazionale, mentre per la sera del 31 luglio, l’ultimo giovedì prima di Tisha be’Av, un grande evento ricorderà nel centenario della nascita il drammaturgo ungherese Georg Tabori, sopravvissuto alla Shoah. Nel rispetto della luttuosa ricorrenza non saranno eseguite musiche. Per quanto concerne la rassegna nella sua globalità particolarmente apprezzato, sottolinea Cividalli, il sostegno arrivato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (“Il Balagan Cafè – ha spiegato – diventa il Balagan di tutta Italia”. Sempre in ambito UCEI, da segnalare che la serata del 26 giugno si svolgerà durante “Mercati e valori” il seminario che la redazione del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche organizza a Firenze su temi economici, che è aperto a tutti gli interessati. In fase di affinamento, inoltre, alcune collaborazioni con lo staff del dipartimento Educazione e Cultura, che ha già offerto il suo contributo per gli eventi di Aspettando il Balagan. “Torneremo ad essere balaganici” promette con un efficace neologismo Fink, che è anche assessore alla cultura e vicepresidente della Comunità ebraica. In considerazione dei successi conseguiti nel 2013, Fink annuncia di voler confermare la formula conversazione + spettacolo che ha caratterizzato la passata edizione. Frizzantezza, brio, voglia di trascorrere alcune ore in un contesto di notevole gradevolezza e vivacità. Ma anche grandi temi sollevati per arricchire la consapevolezza dei partecipanti. “La cosa più importante – sottolinea il direttore – è che la Comunità, attraverso questo festival, si faccia promotrice di un ragionamento attorno al significato di cittadinanza. Si tratta infatti di un tema che è sempre più centrale nelle vite di ognuno di noi e che cercheremo di richiamare attraverso iniziative il più possibile stimolanti e interattive”.
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