Dalla Libia al Portico d’Ottavia
La psicologia dell’esilio, del ritorno e della ribellione all’ingiustizia. L’immigrazione forzata, l’integrazione e l’assorbimento dei perseguitati e rifugiati ebrei di Libia nella società italiana e in particolare quella romana. Sono i temi sollevati nello spettacolo autobiografico I Love Libya realizzato da David Gerbi, in cartellone a Roma in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato e del 47esimo anniversario della cacciata degli ebrei per mano di Gheddafi. Cosa aspettarsi da I Love Libya? Risponde l’autore, costretto alla fuga all’età di 12 anni e oggi impegnato nel complesso processo di democratizzazione dell’area. “Si tratta – spiega – di uno spettacolo che racconta la storia di sofferenza, ingiustizia e persecuzione individuale e collettiva trasformata con il tempo, l‘impegno e con la fede in una storia di guarigione, liberazione e successo individuale e collettivo. È la storia di una rinascita di una comunità scomparsa dalla Libia, ma risorta in Italia”. Numerosi i messaggi di sostegno all’iniziativa. Apprezzamento per l’opera di Gerbi arriva tra gli altri dal presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini e da un’autorità spirituale come il Dalai Lama. “Perché anch’io sono in attesa di tornare un giorno nella mia terra e in quella dei miei antenati – scrive quest’ultimo – prego affinché il progetto di David Gerbi di costruire la pace per la sua comunità in Libia possa essere benedetto con successo”. L’appuntamento è al Teatro Sala Umberto, dal 22 al 25 giugno (ore 20, ingresso libero fino a esaurimento posti).
(20 giugno 2014)