Da Roma una luce per #EyalGiladNaftali

Sono passati più di dieci giorni dal rapimento dei tre adolescenti israeliani Eyal Yifrach, Gil-ad Shàer e Naftali Frankel. Mentre proseguono senza soste le ricerche l’Italia ebraica torna a stringersi per la solidarietà, l’umanità, la giustizia. Più di 2mila persone si sono infatti raccolte nel quartiere ebraico di Roma per testimoniare, con la loro presenza e indossando una maglietta specifica in cui si leggeva l’hashtag #BringBackOurBoys, tutta la vicinanza di una Comunità vigile e solidale.
Una serata nel segno dell’unità con gli interventi, tra gli altri, del leader comunitario Riccardo Pacifici, dell’ambasciatore d’Israele in Italia Naor Gilon, del presidente del Keren Kayemeth LeIsrael Italia Raffaele Sassun e della giornalista Fiamma Nirenstein. A concludere la cerimonia, che ha visto nel ponte telefonico con il padre di uno dei tre studenti rapiti uno dei momenti più emozionanti, la preghiera condotta al Tempio Maggiore dal rabbino capo Riccardo Di Segni.
“Non ci piegheremo alla politica dell’odio e della rabbia, anche se siamo in ansia perché potrebbero essere nostri figli. Vogliamo seguire l’appello dei genitori dei tre ragazzi, delle loro mamme – ha affermato Pacifici – che hanno chiesto di pregare di elevarci al signore e credere nella speranza”. Un concetto sostenuto anche dall’ambasciatore Gilon che ha ricordato come i tre giovani siano vittime del governo unitario palestinese “in cui siedono gruppi terroristici che hanno nella distruzione di Israele il loro principale obiettivo”. In diretta da Israele, Nirenstein ha ricordato quanto sia importante contrastare nelle modalità più adeguate chi quotidianamente diffama lo Stato ebraico mentre, nel presentare l’iniziativa Sassun, ha sttolineato: “Non vogliamo esprimere rabbia, la nostra è un’iniziativa di pace”.
Forte l’emozione della folla al momento del collegamento con il padre di Naftali, Avraham Frankel, che ha immediatamente stabilito un forte legame empatico con la Comunità. Parlando di suo figlio ma anche di Eyla e Gilad ha raccontato: “Sono ragazzi semplici, non coinvolti in nessun tipo di conflitto. Ragazzi che tornavano a casa da scuola e rapiti solo perché ebrei. Tutto il popolo ebraico in Israele e quello della diaspora si è unito per chiedere il loro ritorno. L’esercito lavora senza sosta per trovarli e noi preghiamo e li supportiamo”.
Domani intanto prenderà il volo per Israele una missione di solidarietà della Comunità ebraica guidata dal presidente Pacifici. In rappresentanza dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane è stata designata a partecipare il consigliere e membro di Giunta Jacqueline Fellus.
Angelo Piazza