Nugae – L’altra faccia

matalonLa tecnologia, dolceamara invincibile fiera. Mentre l’autoritratto vanesio è ufficialmente sdoganato e persino Michelle Obama usa cancelletti e parole senza spazi per i suoi appelli, blog dai contenuti assurdi rivelano l’altra faccia, della medaglia e della foto. Che a volte è abbastanza esilarante. Per esempio, Selfies at Funerals è esattamente ciò che il titolo dice, una raccolta di autoscatti di persone a funerali. Guardate tutti che bel vestito nero, la mia faccia triste, la mia messa in piega (anche se non sono contenta del perché mi sono dovuta mettere carina), lo sfondo lugubre di cui non mi ero accorto mentre fotografavo, la mia espressione contrita. Sono tutte vere, vedere per credere. Tutto ciò è talmente grottesco che Goldoni ci avrebbe scritto una tragicommedia e l’avrebbe intitolata “Gli addolorati”. Per dire che come moda non sarà proprio chic, ma a parte il pubblicatore della perla, non nuoce a nessun altro. Molto di peggio svela un altro blog, Selfies at Serious Places. Selfie dall’allegria agghiacciante di fronte a luoghi non solo d’incidenti di non lieve entità, ma anche teatri di eventi storici drammatici. Tra cui Chernobyl, Ground Zero e i tanti punti sulla cartina europea dai gravi lasciti della Shoah. Fanciulletti con occhiali da sole e fanciullette in pose ammiccanti, tutti con i loro bei sorrisoni, in visita con la scuola o in vacanza in campi di sterminio polacchi e celebri memoriali tedeschi. E va bene tutto, ma anche l’hashtag #happy o #hipster vicino a quelli di contestualizzazione storica no, insomma. Tra i tanti, l’ha notato la creatrice della pagina facebook dal titolo tradotto dall’ebraico in inglese come “With My Besties in Auschwitz”. Ha raccolto foto in loco et in rete per testimoniare nonché denunciare questo fenomeno, nello specifico molto diffuso tra i liceali israeliani. “Ho usato il sarcasmo, perché quando se ne parla sul serio a quanto pare non serve a molto”, ha spiegato. Intuizione esatta evidentemente, stando ai ben più di diecimila like ma soprattutto al numero di ragazzini pentiti che hanno rimosso le loro foto comprendendone il cattivo gusto tragico e forse anche la degenerazione della propria giovane generazione di possessori di iphone. Tanto che, raggiunto questo scopo, la pagina è stata chiusa. Ma l’aspetto più incredibile è che in molti se la sono presa proprio con la sua creatrice, con citazioni a giudizio e simili seri provvedimenti, tanto che lei ormai non vuole nemmeno che il suo nome compaia in interviste su giornali prestigiosi. Ma non serve nemmeno troppo occhio critico per accorgersi che la pagina è ironica e condanna per bene tutta la faccenda. Ecco, questo perché gli adulti in realtà sono peggio dei ragazzini: chiedono loro di ragionare, ma poi sono i primi a guardare solo gli hashtag. #fantastico.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
twitter @MatalonF

(29 giugno 2014)