Ticketless – Nora e l’imbuto di chiocciola
Chiedo aiuto ai miei quattro lettori. Mi sono infilato in un “imbuto di chiocciola”. Intendiamoci, si sta benissimo. È rassicurante per chi abbia esperienza di un nido di vipere, ma preferirei uscire lo stesso. Prima vorrei vedere risolto un quesito scaturito da una poesia:
…nell’imbuto di chiocciola
tentennamenti
di vicoli
di lumi
Nell’imbuto di chiocciola degli ebrei poveri di Alessandria d’Egitto, per la precisione nel sobborgo di Moharam-Bey, Ungaretti aveva trascorso la sua infanzia. La poesia, “Levante”, fa parte di una raccolta intitolata non per caso “La terra promessa”. Tentennamenti di vicoli e di lumi si ammirano in altri imbuti di chiocciola del Mediterraneo, da Ortigia a Cannaregio, ma la chiocciola egizia non è come le altre, dai tempi di Esodo. Nel Quaderno egiziano Ungaretti racconta di aver ammirato nella sinagoga il rotolo della Legge scritto su una pelle di gazzella: “Gli ebrei erano numerosi ad Alessandria, e ne occupavano un vasto settore. Molti di essi ignoravano la lingua materna e non sapevano parlare che il greco. Per essi fu dai Settanta tradotta la Bibbia. Molti di essi erano dottori, Neoplatonici e Neopitagorici arcisottili. Tra le occulte dottrine nilotiche e lo spirito nazionale greco, essi scavarono il canale”.
Sul finire del gennaio 1967, poco prima della guerra dei sei giorni, Ungaretti accetterà l’invito dell’Istituto italiano di cultura di Tel Aviv e in compagnia dell’amico Leone Piccioni trascorrerà un breve soggiorno in Israele. L’invito a tenere conferenze nella terra promessa, dove si erano trasferiti molti suoi compagni d’infanzia, gli venne da Nora Finzi, figlia di un’amica di sua madre, forse essa stessa cresciuta nella chiocciola nilotica, non ne sono sicuro. So che diventerà una traduttrice dall’inglese, la sua famiglia pare avesse aperto dopo il 1945 in via dei Coronari a Roma una bottega di antiquariato molto suggestiva (a giudicare da una foto d’autore riprodotta sul “Mondo” di Pannunzio). È mancata a New York nei primi anni Novanta. Sue traduzioni (Tennessee Williams, Ellery Queen) si trovano ancora nei cataloghi dei migliori editori italiani. Nora rientra nel novero delle muse ebree dei poeti italiani, come Dora Markus per Montale. Se qualcuno mi aiuta a ritrovare una traccia di lei, dall’imbuto di chiocciola uscirò a riveder le stelle.
Alberto Cavaglion
(9 luglio 2014)