Time out – L’evidenza

daniel funaroCapitano giorni in cui si pensa che è tutto inutile, che provare a raccontare la verità sulla situazione in Israele non serva a nulla. In parte è così. Dovremmo avere il coraggio di pensare che non sia la capacità di fare informazione a mancare ad Israele e a chi ne sostiene le sue ragioni, ma che, il più delle volte, la circolazione di alcune idee non dipendano solo da un cortocircuito mediatico, ma dall’odio che circonda lo Stato ebraico e i suoi abitanti. Perché in fondo è semplice antisemitismo quello di alcuni giornalisti e opinionisti che neanche di fronte all’evidenza riescono a comprendere le necessità di uno Stato da sempre sotto attacco. Eppure non bisogna arrendersi, ce lo insegna la stessa storia d’Israele. Non ci si può arrendere all’evidenza che nonostante i nostri sforzi qualcuno continuerà a odiare Israele a prescindere da qualsiasi scelta che essa farà. Non si può perché è parte della nostra battaglia per dimostrare che Israele ha diritto di vivere in pace e in sicurezza. E poca importante se nel farlo scopriamo che i nemici sono anche all’interno. Come quelli che intervengono sui giornali per dire che gli israeliani sono fascisti e razzisti, ma tacciono sui missili che cadono su Gerusalemme e Tel Aviv. O come gli scrittori israeliani che sostengono che la colpa della pace sia d’Israele che pretende troppo. Per loro basterebbe alzare gli occhi al cielo e comprendere da dove arriva la minaccia di chi non vuole la pace. Non lo faranno, ma il tempo finirà per darci ragione in questa battaglia snervante e distruttiva che alla fine però chiarirà senza alcun dubbio che avevamo ragione noi.

Daniel Funaro

(10 luglio 2014)